La storia del progetto congiunto dei gruppi PSA e Fiat per quattro monovolume viene ripercorsa partendo dalle sue origini, nel 1994, quando ebbe inizio l’operazione nota con il nome in codice U60.
Fiat Ulysse, Peugeot 806, Citroën Evasion e Lancia Zeta, si sono guadagnate in questi anni un buon successo, ma il rapido evolversi del segmento, ha richiesto una maggiore differenziazione dei quattro modelli.
Alla luce di questa considerazione, è partita una seconda fase della joint venture italo-francese, e, con un investimento di 650 milioni di euro, si è dato il via allo sviluppo della nuova generazione di monovolume.
Il brief di progetto, chiedeva che i veicoli aumentassero in lunghezza di 27 cm, di cui 13 cm nello sbalzo anteriore e 14 cm nella parte posteriore. Lo spazio guadagnato, sarebbe stato destinato in parte anche all’abitacolo.
I processi di design hanno impegnato sia Torino che Carrières-sous-Poissy (Parigi), creando una dialettica tra i due centri, che si è risolta in un confronto sulla differenziazione dello stile della coppia di modelli italiana da quella francese. Le diversità sono soprattutto formali, in quanto i vincoli delle parti meccaniche e del pianale comune, non lasciavano spazio a cambiamenti radicali.
La prima differenza sostanziale riguarda il montante A: la parte superiore è identica, mentre il modo di raccordarsi al parafango, cambia tra Peugeot/Citroën e Fiat/Lancia. La specifica identità di marca è sottolineata dal design maggiormente differenziato della calandra e dei gruppi ottici anteriori. Come negli esterni, anche gli interni si distinguono, anche per l’uso più indovinato delle applicazioni di colore e degli arredi. Gli sfondi sono color verde pallido per tutti gli strumenti, che però hanno forme leggermente diverse l’uno dall’altro.
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