Il luogo della creazione influisce sulle caratteristiche formali e tecniche dell’oggetto creato? Una domanda cui Robert Cumberford, prendendo spunto dall’inaugurazione del centro design Renault della Bastiglia, nel cuore di Parigi, risponde anche grazie alla sua personale esperienza di designer di automobili, svoltasi nei contesti geografici e nei luoghi più diversi.

Sarebbe interessante, sostiene, avere la possibilità di progettare automobili a Venezia, città capace di alimentare la creatività perché l’automobile, assente nei canali e nelle strette calli, diventa puro oggetto di immaginazione. Interessante, ma difficile. Forse non è importante il luogo geografico in cui si progetta, o la sola bellezza di una città, ciò che è fondamentale è l’ambiente che circonda il designer nel suo lavoro. Avere intorno stimoli, i più disparati, è fonte di nutrimento costante per chi crea, che spesso è più stimolato da città caotiche e situazioni difficili ma in continuo movimento, che non da luoghi immersi nella pace e nel verde della campagna.

Le aziende costruiscono centri integrati tipo campus lontano dalle città perché i terreni sono a buon mercato; è una soluzione economicamente valida ma non adatta ai creativi.
Non stupisce che Patrick Le Quément abbia creato la sede cittadina del design Renault nella Parigi della Bohème e della storia francese, e che Nakamura abbia collocato il centro di design europeo Nissan nel cuore di Londra. Come ha dichiarato il presidente della Renault Louis Schweitzer all’inaugurazione di Parigi, i designer hanno bisogno della varietà offerta da un ambiente brillante. Essi si manterranno innovativi e motivati se lavoreranno negli studi satellite per un certo periodo di tempo, per poi tornare negli studi principali fuori mano.

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