Il nuovo corso estetico della Volkswagen riassunto in un prototipo realizzato sotto la guida di Peter Schreyer, a capo del design del marchio tedesco dallo scorso anno. La Concept R vista al salone di Francoforte è una roadster pura, che nelle linee, nella grafica e nei volumi mantiene i cardini logici e chiari tipici del messaggio Volkswagen, ma che porta con sé una forte carica emotiva, anche grazie a un trattamento dei volumi spesso antropomorfo (in particolare nello “sguardo” frontale).
La lettura del design complessivo è semplice, nulla di decorativo è stato aggiunto, niente prese d’aria in fiancata, per citare un elemento molto di moda sulle sportive attualmente. La vista in pianta evidenzia un corpo monolitico con due grandi V che si intersecano connotando il disegno speculare delle estremità anteriore e posteriore.
La coda è perfettamente simmetrica, con i terminali di scarico centrali gemellati che proseguono virtualmente le linee divergenti del cofano. I fanali ripetono la forma dei fari anteriori e come questi impiegano la tecnologia a LED (di ingombro minimo, e quindi ideali per gli sbalzi quasi inesistenti della roadster), mettendo in mostra un’accurata architettura interna quando si illuminano.
A bordo ritornano forme emozionali, in cui si inserisce la tecnologia avanzata. La lamiera forma un arco continuo che abbraccia l’abitacolo dalla base del parabrezza alle porte, su cui si inseriscono l’elemento alare della plancia e i due pannelli laterali, tutti e tre rivestiti in morbida pelle di cervo come i sedili. Il contrasto tra la pelle opaca, più calda e morbida, e il freddo-lucido degli elementi della strumentazione in alluminio a specchio, mette in risalto gli elementi, creando un rapporto diretto, chiaro, tra il conducente e l’abitacolo.
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