Creare la seconda generazione di una vettura dal design forte comporta sempre delle scelte radicali, sia che si decida di restare fedeli all’originale, sia che si opti per un trattamento stilistico del tutto diverso. Per la famiglia Focus, la Ford ha scelto di andare controcorrente rispetto all’orientamento intrapreso negli anni Novanta, al punto che le sue nuove berline di segmento intermedio, che hanno debuttato allo scorso salone di Parigi, appaiono conservative in modo sorprendente.
Claudio Messale, responsabile dell’Exterior Design delle vetture di Segmento C di Ford Europa, spiega il perché: «Quello della prima Focus è stato certamente un design di rottura; ma con il nuovo modello abbiamo voluto creare una forma che potesse risultare gradevole per tutti. In sostanza, vogliamo mantenere l’ampio bacino di utenza acquisito e crescere in aree in cui non eravamo considerati come possibile prodotto di scelta».
Dove si ritrova allora la continuità di disegno con la prima generazione? «In vari aspetti, ad esempio nella grafica dei vetri, o nei passaruota pronunciati che abbiamo reso ancora più evidenti. Nel segmento C oggi c’è una grande varietà stilistica, noi volevamo la riconoscibilità del marchio. Un po’ come la Golf: il primo modello è stato di rottura, poi è rimasta fedele a se stessa».
La Focus II è però ben diversa dalla prima, non solo per lo stile poco azzardato, ma anche per un profilo connotato da un lunotto decisamente inclinato. «Nella stessa famiglia avevamo già la C-Max, molto sportiveggiante di per sé, quindi bisognava distinguere le versioni 3 e 5 porte, pur incrementandone il bagagliaio. Così abbiamo mantenuto lo stesso sbalzo posteriore della C-Max optando per un taglio più veloce e dinamico del lunotto, che ha creato un effetto coupé».
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