È il secondo gruppo al mondo per vendita di automobili, comprende una rosa di marchi che, nei cinque continenti, ornano le calandre dei pick-up più spartani come di berline di alta gamma o agili city car. Wahei Hirai, a capo del design Toyota dal 2004, spiega ad Auto & Design quali tendenze e suggestioni vi siano alla base di una “giapponesità” sempre più sofisticata nei prodotti. All’intervista segue una descrizione delle quattro concept car presentate dal gruppo Toyota al salone di Tokyo.
Dopo i progetti Pm e i-Unit, Toyota presenta i-Swing, una sorta di armatura con cui muoversi nel contesto urbano in totale libertà. Basato sul meccanismo del giroscopio, i-Swing può essere utilizzato sia su tre che su due ruote.
Con un mix equilibrato di elementi di ricerca e concrete soluzioni applicabilli alla produzione in serie, la FSC era la più realistica delle concept car presentate dal marchio Toyota. A mezza strada tra una berlina e una monovolume, il modello porta con sé tutti i tratti dell’attuale linguaggio stilistico del marchio.
Piccola city car di linee squadrate sui lati e nel retro, con un trattamento più caratterizzato nel frontale, la Fine-X è un concentrato di “sogni sul futuro”. Propulsione fuell cell, le quattro ruote sterzanti su assi indipendenti e un confort di accesso a bordo totale sono le caratteristiche principali della city car.
Propulsione ibrida benzina ed elettrica e una linea molto equilibrata da ammiraglia di lungo corso. Con questi presupposti la Lexus LF-Sh, futura top di gamma del marchio di lusso del Gruppo, torna a impensierire i marchi europei leader del settore. Wahei Hirai ha insistito nel riferirsi al modello come concept car, ma è davvero un atto pro forma, perché la vettura è almeno per il 90 per cento quella definitiva.
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