Salone – Per più di un secolo il Brasile si è considerato “il paese del futuro”, un futuro che però non si è mai concretizzato come previsto. Forse tutto ciò sta per cambiare. San Paolo, con più di dieci milioni di abitanti, è probabilmente la città più grande al mondo se si considera la zona compresa entro i confini ufficiali, benché Seul, in Corea del Nord, sia molto prossima.

Solo le aree metropolitane di Tokyo-Yokohama e New York City hanno una popolazione più numerosa, sebbene distribuita su superfici molto più ampie e in diverse giurisdizioni municipali. Oggi in Brasile sono attive varie industrie che si collocano ai primi posti a livello mondiale nei rispettivi settori, tra cui quelli delle piccole macchine utensili, degli aeroplani per pendolari e dei jet privati.

Come è apparso evidente alla 25esima edizione del Salao do Automóvel di San Paolo dello scorso ottobre, i brasiliani hanno un enorme interesse per le automobili. Particolarmente curioso per un osservatore americano o europeo in Brasile è che quasi tutte le vetture che si vedono in strada sono piuttosto piccole, come è stato per decine di anni in Italia prima che il mercato comune europeo cambiasse il mix di prodotti disponibili e la relativa tassazione.

La maggior parte dei veicoli brasiliani sembrano avere cilindrata inferiore al litro e mezzo, con una netta prevalenza di modelli da un litro a causa dei vantaggi fiscali. Hanno un aspetto vagamente familiare, anche se spesso differiscono notevolmente da quelli che si vedono nei mercati sviluppati.

Biennale – Un Brasile con molta voglia di design, tanto entusiasmo creativo e una forte consapevolezza del ruolo strategico del disegno industriale. Questo il ritratto vivace che emerge dalla II Biennale Brasiliana del Design, che si è svolta tra l’ottobre e il novembre scorsi nel più grande paese dell’America Latina.

Non a caso, promotori della mostra allestita al Museo Nazionale di Brasilia sono stati il Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero del Brasile e MBC, Movimento Brasil Competitivo, un’istituzione fondata da un gruppo di imprese locali nel 2001.

La mostra ha raccolto oltre 200 oggetti dei più svariati settori dell’industria, rivelando l’universo attuale del design brasiliano in una fase importante della sua affermazione identitaria. Così, accanto a prodotti dalla tecnologia avanzata dell’aeronautica, dell’automotive e dell’ambito medicale erano presenti sezioni dedicate alla grafica, all’ecodesign e a oggetti dell’artigianato popolare.

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