Mentre l’industria dell’auto è tutta intenta ad inventare nuovi crossover, incrociando coupé, monovolume, Suv e berline, Pininfarina esce dagli schemi del quotidiano con Sintesi, prototipo di ricerca dove ad incontrarsi sono estetica e funzione, attenzione all’uomo e tecnologia.
Anziché ibridare architetture collaudate, questa concept car dalle forme sinuose compie «un salto nel futuro per liberarsi dalle impostazioni abituali della progettazione e ri-approcciare l’automobile con uno sguardo più fresco, sia a livello di package, sia di contesto», dice Lowie Vermeersch, direttore del design Pininfarina spiegando forme e contenuti di Sintesi.
Una sorta di laboratorio su ruote, ma di forte appeal estetico derivato dalla scelta dell’auto sportiva quale tema di base. Una granturismo a quattro posti dalla silhouette bassa e allungata, con un richiamo alle vetture classiche italiane. «Di solito è il layout tecnico a dettare ingombri e proporzioni – prosegue Vermeersch – «mentre qui è stato l’opposto. Prima abbiamo definito lo spazio interno, ampio e con una buona ergonomia per l’accessibilità. Poi abbiamo operato una ridistribuzione della meccanica secondo un principio che, sin dall’inizio del progetto, abbiamo chiamato Liquid Packaging. Ci piacciono le definizioni “visive”, ci sembrava efficace per esprimere questa nuova direzione: un’immagine di meccanica frazionata che va a riempire gli interstizi».
Questo diluirsi ed insinuarsi degli organi propulsivi è conseguenza dell’abbandono del vecchio motore termico in favore di un sistema – Quadrivium Drive prodotto da Nuvera – che impiega fuel cells suddivise in quattro blocchi che gravitano intorno alle ruote. Un processore di combustibile alloggiato nel tunnel centrale converte l’idrocarburo (di origine fossile o vegetale) in idrogeno, che viene così generato a bordo.
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