E’ difficile poter definire, in generale, i piccoli minivan come i veicoli versatili più riusciti. Rappresenta un’eccezione la Opel/Vauxhall Meriva, leader del segmento per anni. Creare la Meriva della prossima generazione è dunque una grande sfida, un obbligo rispetto al successo del modello attuale. All’ultimo salone di Ginevra, però, la General Motors Europe ha presentato un prototipo che non è solo un rifacimento della Meriva: pur mantenendo la praticità del modello corrente, la concept car ha più funzionalità e un design originale al di là dell’innovativa flessibilità delle porte posteriori.
A differenza della Meriva che conosciamo, concepita in parte in Brasile, il progetto della concept car è totalmente europeo. Mantiene quasi invariato il passo, 264 cm, un cm in più rispetto alla Meriva oggi su strada, ma misura 422 cm di lunghezza complessiva anziché 405 cm, è larga 176 cm (+ 6,5 cm) ed è alta solo 160 cm (- 2,5 cm). Soprattutto la carreggiata anteriore (156 cm) e quella posteriore (158,4 cm), più larghe rispettivamente di 11 cm e di 12 cm, esaltano la “presenza” più robusta della concept car.
Il design della Meriva Concept (costruita dal G. Studio di Torino) è stato realizzato da Andrew Dyson, chief designer del design avanzato di GM Europe, e dal suo team, con la supervisione di Anthony Lo. La missione era chiara: basarsi sul successo di funzionalità e versatilità del modello corrente aggiungendo però un tocco di emozione.
Grazie al nuovo linguaggio di design GM Europe già definito e implementato sul modello medio-alto Insignia, Dyson ha potuto seguire questa strategia per il prototipo. «La Meriva originale era razionale. Volevamo forme più scultoree e uno spazio leggermente più ampio, ma dovevamo essere realistici e tenere in considerazione i nuovi regolamenti di sicurezza. Limitare lo sbalzo anteriore, in particolare lo slancio in avanti del montante A, rappresentava quindi una sfida perché volevamo conservare i principi delle monovolume» spiega Dyson.
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