Non un derivato, ma una nuova sportiva dal carattere forte. Così è stata concepita sin dall’inizio la Maserati GranCabrio disegnata da Pininfarina, come racconta il direttore del design Lowie Vermeersch: «Guardandola viene spontaneo pensare che sia nata come cabriolet, nonostante le esigenze industriali.
Una naturalezza che non è facile da ottenere».
Proprio per questo, la ricerca è partita dai bozzetti, come per un’auto tutta nuova. «Si è voluto esplorare ogni possibilità, per capire come dare un carattere specifico alla vettura senza mostrare vincoli troppo evidenti con la GranTurismo», ricorda il chief designer Guglielmo Cartia, responsabile del progetto.
«Nello stesso tempo, però, volevamo mantenere gli stilemi forti da noi identificati per Maserati, di cui abbiamo disegnato tutta l’attuale gamma, quali la calandra, le uscite d’aria laterali, il montante posteriore triangolare. Quest’ultimo, in particolare, è stato ricreato grazie alla capote in tela».
Le parti comuni con la GranTurismo, però, erano ben definite. Il frontale, ad esempio, andava mantenuto nella sua totalità, mentre nella coda, principale oggetto di intervento insieme al tetto, andavano conservati i gruppi ottici e la fascia paraurti.
«Si partiva da un coupé dal disegno forte, molto apprezzato per la sua eleganza formale, quindi non si voleva rinnegare quello stile», prosegue Vermeersch. «Ogni tanto è bene anche saper quando non disegnare, anziché correre il rischio di disegnare troppo. L’obbiettivo era di riuscire a far conservare alla nuova cabrio tutta la sua freschezza, il suo equilibrio tra sportività ed eleganza, anche tra alcuni anni. Come vuole lo stile Pininfarina»
L’articolo continua su Auto & Design n. 182