Un frontale accattivante con il tridente in evidenza, il cofano scolpito, il corpo vettura snello nonostante gli oltre cinque metri di lunghezza: la nuova Quattroporte colpisce al primo colpo d’occhio, sportiva nel carattere e forte di una bellezza italiana che le assicura status senza risultare monumentale. «Una bellezza concepita per essere durevole, non allineata a mode passeggere», aggiunge Lorenzo Ramaciotti, capo del Global Design di Fiat Chrysler. L’estetica atemporale è l’assioma progettuale della nuova Quattroporte, proprio come per la precedente, lanciata nel 2003, che Ramaciotti conosce bene per aver guidato anche quel progetto quando era a responsabile dello stile Pininfarina.

Era tempo però di un rinnovo totale della Quattroporte, che ha coinciso questa volta con un ampliamento dell’intera gamma Maserati. Il marchio ha obbiettivi di produzione ben più ampi di quanto mai raggiunto dalla casa del Tridente anche nei propri anni migliori: dalle attuali 6.200 unità annue alle 50.000 previste entro il 2015. Un contributo fondamentale a questa crescita esponenziale arriverà da due modelli inediti: la Ghibli, berlina più compatta della Quattroporte che debutterà questa primavera, e il Suv Levante, figlio della concept car Kubang e parente stretto della Jeep Grand Cherokee, previsto per l’anno prossimo. Contrariamente alle attese, anche la Levante sarà prodotta in Italia, così da mantenere tutta la produzione Maserati “made in Italy”.

Tutte vetture disegnate dal Centro Stile Maserati – qui sta la svolta storica – affidato alla guida di Marco Tencone. La nuova Quattroporte è in effetti immediatamente riconoscibile, per quanto del tutto inedita. «La forte identità parte chiaramente dalla calandra», spiega Marco Tencone. Proseguendo con gli stilemi tipici Maserati, si incontrano in fiancata i tre fori delle uscite d’aria sul parafango anteriore, dettaglio “storico” visto per la prima volta sulla A6 carrozzata da Pinin Farina nel 1947 e già impiegato con efficacia sulla gamma esistente.

Noto ma reinterpretato è anche il montante posteriore triangolare, raccordato ad una coda che più che alla precedente Quattroporte fa riferimento alla GranTurismo. I fanali si estendono in orizzontale, collegati al centro da una lama cromata e alla sommità da un accenno di spoiler con cui si conclude il terzo volume. L’interno rispecchia al massimo l’approccio italiano all’auto di lusso: «C’è un senso di artigianalità, di calore, che la distinguono da molte concorrenti focalizzate sull’hi-tech», fa notare Ramaciotti. Secondo punto del progetto interno, spiega Tencone, la valorizzazione dei materiali nobili: «Per metterli in evidenza nelle loro caratteristiche, abbiamo definito un design a strati sovrapposti. Sulla plancia e sul tunnel, in particolare per il legno, si ha un effetto massello. Abbiamo invece mimetizzato le bocchette di aerazione inserendole in un’unica fessura che attraversa tutta la plancia inserendosi tra gli strati».

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