«Progettare un complemento d’arredo? È come disegnare un’auto» spiega sorridendo Chris Bangle. «Si tratta sempre di evocare un’emozione, suggerire l’idea di qualcosa che non è scontato, non è già presente nell’oggetto, sfruttando gli espedienti stilistici della propria creatività».
Incontrare un car designer alla presentazione di una seduta così, apparentemente tanto lontana dal dinamismo delle quattro ruote, non è un’esperienza comune neppure nei giorni della Design Week milanese. Ma in questa reinterpretazione della poltroncina Audrey di Fendi Casa, realizzata a scopo benefico con pellami Foglizzo, si ritrova buona parte del desiderio di osare che ha sempre animato l’opera di Bangle, dai sedili-sacco-a-pelo della Opel Junior del 1983 ai tagli sui parafanghi della Fiat Coupé del 1994, fino le superfici ardite che lo hanno reso celebre con le BMW di inizio anni Duemila.
Qui, sull’impostazione morbida e un po’ vintage del pezzo di partenza si modella un’alternanza di pellami dalla resa diversa: nappa scura, porzioni con riflessi dorati, inserti traforati al laser come arabeschi e un risvolto in cavallino color magenta che si scopre sollevando il rivestimento. L’insieme è percorso da cerniere dorate che interrompono le superfici e sdrammatizzano la forma classica, creando un pattern un po’ rock e conferendo alla poltroncina un’espressività quasi meccanica.
Questa versione di Audrey andrà all’asta sulla piattaforma online Charity Stars per aiutare la Croce Rossa a sostenere le persone colpite dal terremoto del 2016 in Abruzzo. Dal vivo stupisce soprattutto la sua assoluta lontananza dal mondo dell’automotive, una dimostrazione di totale versatilità progettuale. «È questione di mentalità: l’auto è piena di stereotipi e a volte chi ci lavora non riesce ad andare oltre le convenzioni, out of the box» spiega Chris. Lui lo fa da oltre trent’anni.
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