La lunghezza fuori tutto aumenta di 8,1 centimetri, forse con l’obiettivo di lasciar fluire ancor meglio le forme inclinate del lunotto. In larghezza e altezza le variazioni si rivelano più contenute, nell’ordine dei 3 o 4 centimetri, per una silhouette che complessivamente non si discosta troppo dal passato. La presenza stradale della dinamica Suv-coupé bavarese, basata sulla più recente X3 e dunque del tutto riprogettata, appare però ugualmente innovativa e fresca.
A un primo sguardo, quando se ne coglie lo stile accanto alle altre auto parcheggiate in strada, si direbbe che il merito sia ascrivibile allo specchio di coda: interamente ridisegnato, sembra meno morbido e plastico che sulla serie precedente, eppure altrettanto muscoloso e possente. I gruppi ottici posteriori, poi, adottano un bicromatismo rosso-grigio inedito per la Casa e paiono volersi distinguere nettamente rispetto alle sorelle X5 e, appunto, X3.
Osservando più in profondità, però, emerge forse l’autentica cifra dell’evoluzione estetica del modello: la pulizia. All’audace nervatura che un tempo s’impennava verso l’alto fin quasi a intersecarsi con le gobbe sui passaruota posteriori, oggi le fiancate sostituiscono un tratto assai deciso ma pressoché orizzontale, in grado di rendere più regolari i volumi. Non a caso Adrian van Hooydonk, Vicepresidente senior del design di BMW, ha dichiarato: «La X4 di seconda generazione combina un profilo distintivo e dinamico con un uso chiaro e semplice delle forme».
Se si pensa che la prima ha conosciuto vendite nell’ordine dei 200.000 esemplari in quattro anni, tutto lascia presagire che l’attuale, così aggiornata, conservi il medesimo fascino.