In occasione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2019, Bmw svela la ricostruzione della Garmisch, una concept car classica disegnata da Marcello Gandini per Bertone e scomparsa dalla scena dopo il suo debutto al Salone di Ginevra del 1970. Con la nuova vettura, il marchio bavarese omaggia uno dei designer di automobili più influenti d’Italia e aggiunge un nuovo, entusiasmante capitolo alla storia dell’azienda. «Marcello Gandini per me è uno dei grandi maestri del design automobilistico e le sue macchine sono sempre state un’importante fonte di ispirazione per il mio lavoro», ha detto Adrian van Hooydonk, Senior Vicepresident di Bmw Group Design, che è stato incuriosito dalla Garmisch da quando alcuni anni fa ha scoperto per la prima volta una foto dell’auto sbiadita dal tempo. «Costruire la vettura per la seconda volta ci ha dato l’opportunità di rendere omaggio a Gandini, richiamare una delle sue auto meno conosciute ed evidenziare l’influenza stilistica di Bertone sull’evoluzione del design del marchio. Per me, solo questo è stato un motivo sufficiente per portare avanti questo progetto e completare la storia di Bmw».

Marcello Gandini & Adrian van Hooydonk per Auto&Design

Marcello Gandini & Adrian van Hooydonk per Auto&Design

Fin dagli albori del marchio, Bmw è stata ispirata e influenzata dalla cultura italiana del design e della carrozzeria. Dalla 328 Mille Miglia in alluminio leggero creata dalla Carrozzeria Touring alla fine degli anni ’30 alla M1 a forma di cuneo progettata da Giorgetto Giugiaro, c’è sempre stato un vitale scambio di idee e concetti attraverso le Alpi. E proprio come molte altre show car italiane degli anni ’60 e ’70, l’originale Garmisch è stata sviluppata da Bertone come una proposta di design indipendente volta a dimostrare la creatività dello studio. «L’idea originale è venuta dallo stesso Nuccio Bertone che voleva consolidare il nostro rapporto esistente con Bmw, progettando una show car a sorpresa per il Salone di Ginevra», ricorda Marcello Gandini, all’epoca responsabile del dipartimento design di Bertone. «Volevamo creare una coupé di medie dimensioni moderna che fosse fedele al linguaggio di design della Bmw, ma anche più dinamica e un po’ provocatoria». Mentre il profilo laterale della vettura era molto elegante e pulito, la caratteristica di design più distintiva della Garmisch era la sua variante audace, verticale e quasi spigolosa della griglia radiatore a forma di rene, fiancheggiata da fari quadrati coperti di vetro. Altri dettagli inusuali erano le griglie sportive sui montanti C e la copertura in rete a nido d’ape per il lunotto – un elemento distintivo dello stile di Marcello Gandini. Sebbene l’auto sia stata creata in un paio di mesi appena, il team di progettazione non ha tralasciato nessun dettaglio, neanche negli interni. Con la sua radio verticale piuttosto inusuale sulla consolle centrale, un lussuoso specchio pieghevole per il passeggero e un vistoso mix di colori e materiali, la Garmisch ha aggiunto un elegante tocco piemontese alla funzionalità del design degli interni dell’epoca.

Bmw Garmisch

Secondo Marcello Gandini, anche il nome della vettura è stato scelto per impressionare: «Abbiamo scelto il nome Garmisch perché lo sci era molto popolare in Italia in quel periodo e per evocare sogni di sport invernali ed eleganza alpina».Fedele alla vettura originale, la nuova Garmisch è anche una straordinaria vetrina della competenza del marchio nella ricerca di design e nella costruzione di prototipi. Poiché i documenti originali della Garmisch non erano sufficienti, il team convocato dal Design Group e da Bmw Classic ha dovuto rintracciare ogni dettaglio degli esterni e degli interni della vettura da una piccola selezione di immagini d’epoca, la maggior parte delle quali disponibili solo in bianco e nero. Lo stesso Marcello Gandini ha contribuito al processo di ricerca con i ricordi della creazione della vettura, consentendo al team di progettazione di riconfigurare dettagli chiave come il colore esterno – un leggero champagne metallico in linea con le tendenze della moda italiana dell’epoca – e materiali interni e rivestimenti. Mentre il team di design ha utilizzato le ultime tecnologie di modellazione 3D per donare nuova vita alle strutture e alle forme originali, la vettura è stata costruita da artigiani qualificati a Torino – proprio come l’auto originale quasi 50 anni fa.