POTENZA ELEGANTE

Da dove cominciare? Da Walter de’ Silva, che la definisce «una vettura né arrogante né che urla, ma che si fa notare per la sua eleganza»? Oppure dalle voci ufficiali Audi, per le quali è «la nostra prima sportiva con motore centrale a coniugare l’esperienza maturata nei numerosi trionfi in gara con il design innovativo e la competenza tecnologica Audi»? Forse mille occhi parlano più di due voci, e sono quelli che l’hanno tacitamente votata fra le più belle novità del salone di Parigi.

Audi R8
Audi R8
Audi R8

Bassa e corta, ma abbastanza larga da assumere un aspetto imponente sulla strada, da qualsiasi angolatura la si osservi la R8 «sembra tendere i muscoli allo scatto – dicono da Ingolstadt – come una velocista ai blocchi di partenza». Nasce dal prototipo Le Mans di tre anni fa «senza tradire assolutamente quel concept», aggiunge De’ Silva, responsabile del design del Gruppo Audi: «Ridisegnata e rivista per esprimere sportività, tecnica ed eleganza». E insiste su quest’ultima parola: «L’eleganza è un concetto che anche in questo settore, ne sono convinto, piano piano tornerà. D’altra parte i grandi maestri – Pininfarina, Bertone, Giugiaro – hanno sempre fatto sportive elegantissime. Oggi si vedono un po’ di esagerazioni.

Audi R8

La cultura Audi esige invece una sapienza nel creare il dettaglio e la qualità in ogni particolare. A me, poi, piacciono le auto sculturate ma pulite. E oggi i nostri modelli – la R8 non fa eccezione – si riconoscono per una pulizia formale diffusa, con una personalità forte specialmente sul frontale. C’è molta italianità, in questa R8, c’è molto giocare sui volumi e sulle superfici. Spero di averci messo anche un po’ della mia personalità». Generalmente le vetture a motore centrale si ispirano alla competizione. «Questa era la prima che la mia équipe ed io disegnavamo – osserva De’ Silva – quindi abbiamo anche dovuto fare uno sforzo per uscire da quei canoni tradizionali. Prese d’aria da grido, grandi forzature ispirate alle corse? No: per tutto questo nell’Audi R8 non c’era posto. La bontà e la performance stanno nel motore, l’espressione esterna deve essere di eleganza e classe. Per questo, paradossalmente, non c’è relazione con l’Audi da corsa in termini di design.

Audi R8

Per quanto riguarda gli interni, dominio di pelle e Alcantara, il leit-motiv è l’architettura coerentemente orientata verso chi guida, secondo il principio della funzionalità che detta la forma: non spartani, ovviamente, come sulle vetture da competizione, ma di una linearità e semplicità – fatti salvi gli inserti di carbonio – che vanno a braccetto con lo styling degli esterni. «Non potevamo rinunciare a una dose di confort – spiega De’ Silva – perché noi riteniamo che la R8 sia un’auto da guidare tutti i giorni, non soltanto il sabato e la domenica. Nel portabagagli anteriore ci stanno due valigie, il sacco per i vestiti e il portascarpe. Dietro i sedili ci stanno altre due valigie oppure – abbiamo pensato anche la mercato americano – due sacche da golf». Un lungo e attento lavoro sui particolari; e accanto a De’ Silva c’erano Gert Pfefferle, responsabile del design Audi che la lasciato alcuni mesi fa, Frank Lamberty per gli esterni, Carsten Monnerjan per gli interni e Andreu Sola per la parte luci, ruote, vano motore. Con piena soddisfazione? «Se oggi mettessi la R8 accanto alla concept mi parrebbe decisamente più bella», risponde de’ Silva.