Rivedere fotogrammi del passato aiuta a comprendere un percorso evolutivo, soprattutto quando sono in gioco le scelte future. Ottima dunque l’iniziativa di Renault che in occasione dell’anteprima della Scénic Vision, a Parigi nel maggio scorso, ha posizionato all’ingresso la sua storica Scénic Concept del 1991. Un progetto rivoluzionario che riscopriamo con piacere – ma davvero sono passati oltre trent’anni? – in quegli aspetti che hanno precorso i tempi, come quell’attenzione speciale per i passeggeri che ne ha fatto l’emblema della “voiture à vivre” di Renault.
Tre pilastri basilari per i progetti futuri
Varchiamo la soglia del teatro di posa ed entriamo in un’altra dimensione temporale, quella del futuro prossimo. La Scénic Vision che ci presenta Laurens van den Acker, capo del Design di Renault Group, è espressione dei tre pilastri su cui l’azienda guidata dal Ceo Luca De Meo intende basare tutti i suoi progetti: sostenibilità, sicurezza e inclusione. E il design non fa certo eccezione.
Un nome iconico
Spiega Van den Acker: «Abbiamo scelto un nome iconico della nostra storia perché persegue l’ambizione di cambiare per il meglio la vita delle persone a bordo. Il contesto però è mutato completamente, i nostri veicoli diventano sempre più tecnologici e vogliamo mostrarlo con il design di questa vettura attenta all’ambiente pensata per la famiglia contemporanea».
Il linguaggio formale Sensual Tech
La Scénic Vision ha una doppia anima, a cominciare dalla dicotomia esterno-interno. Il corpo vettura muscolare preannuncia le fattezze di un modello totalmente elettrico che arriverà sul mercato nel 2024 ed è espressione della Sensual Tech, il linguaggio formale definito dal nuovo capo del design brand Renault Gilles Vidal e dal suo team. «L’interno invece guarda più avanti nel tempo, è un laboratorio di ricerca non soltanto in ambito stilistico, ma in fatto di materiali e di come intendiamo interagire con il veicolo», aggiunge Van den Acker.
Prima la scelta dei materiali
Le proporzioni sono quelle tipiche di una vettura elettrica, con passo lungo e sbalzi molto contenuti, ideali per ottenere l’ampio volume interno dell’abitacolo leggero e arioso. I colori nero-bianco, in netto contrasto, sono il frutto di scelte sostenibili anziché stilistiche, spiega Stéphane Maiore, chief interior design: «Abbiamo seguito un approccio opposto al solito, anziché disegnare l’abitacolo e poi cercare i materiali riciclabili abbiamo dapprima scelto i materiali e quindi adattato le forme ai processi che questi comportano, accettandone l’aspetto».
Riciclabile al 100%
Mentre il nero della vernice esterna impiega polveri sottili ambientali (miscelate, per un tocco di brillantezza, con fibre di carbonio recuperate da sfridi industriali) il bianco totale dell’interno si deve alla scelta di non impiegare pigmenti e adottare per i rivestimenti un monomateriale: poliestere riciclato per tessuti, imbottiture e cuciture, così da non dover disassemblare gli elementi al momento del recupero dei materiali, visto che la Scenic Vision è prodotta al 70% con materiali riciclati ma è riciclabile al 100%. «Questo progetto appartiene a una nuova era del design», osserva Agneta Dahlgren, responsabile del design per il segmento C. «È la Sensual tech, forme molto scolpite e generose, ma con dettagli molto precisi».
(Articolo completo in A&D n. 255)