Proprio nei giorni in cui la nuova identità frontale Dacia, scandita dal logo bianco ottico, conferma la sua validità commerciale consegnando alla Casa il primato sul mercato privati in Italia (e il terzo posto in Francia), alcuni succulenti dettagli delineano le prospettive progettuali più prossime. Specie in ordine alla riuscita Duster, che ha da poco festeggiato i dodici anni dalla prima presentazione e si avvia a un’evoluzione capitale nel 2024. «Già oggi alcune porzioni di carrozzeria impiegano plastica riciclata al 12 percento, contro una media di mercato dell’8. La prossima generazione oserà fino al 20, sulla scorta di quanto sperimentato con il prototipo Manifesto», si lascia sfuggire David Durand, a capo del design, durante un’intervista. «Si tratterà di un’autentica sfida ingegneristica. Le componenti che contengono tanto materiale di riuso, infatti, tendono a fragilizzarsi. Ma stiamo lavorando per gestire il problema al meglio».

Accanto alle irrinunciabili attenzioni ecologiche, diverse innovative soluzioni consolideranno poi i valori Dacia legati alla funzionalità semplice e intelligente: «Per esempio, si sta sviluppando un sistema di fissaggio degli accessori mobili, anch’esso ispirato alla concept e al suo YouClip, per agganciare alla plancia portabicchieri, marsupi o altri elementi». Fra cui, forse, una lampada a Led “da campeggio” di grande formato e potenza, sulla falsariga dell’interessante kit con tenda e letto appena divenuto disponibile sulla Jogger. Rispetto alla connettività, infine, il ruolo centrale attualmente consacrato allo smartphone del proprietario (in ossequio a una politica denominata “Bring your Own Device”) conoscerà un ulteriore sviluppo grazie all’interazione diretta con i comandi al volante. E lo stile? Al riguardo Durand non lascia trapelare alcuna indiscrezione, neppure in riferimento al prototipo Bigster del 2021: «Per il momento, siamo ancora troppo soddisfatti del nuovo muso privo di cromature per svelare altri “segreti”», chiosa con un sorriso.