10 milioni di unità vendute in 25 anni di storia. La Toyota Yaris ha raggiungo il record milionario rivoluzionando un segmento. Auto&Design ripropone la design story della vettura, uscita sul numero 115 del 1999.
La maggior parte dei fabbricanti giapponesi di automobili ci ha provato, ma solo la Toyota con la Yaris è riuscita a creare una vettura dal design tutto europeo. Quando la Nissan lanciò la Micra sei anni fa, la presentò come un’auto progettata nel vecchio continente, ma di fatto era stata concepita in Giappone con un chiaro input di marketing europeo, e con la consulenza dell’esperto di trend franco-olandese Lidewij Edelkoort.
Soprattutto il secondo fattore ha contribuito al look gradevole e abbastanza insolito, ma nonostante questi sforzi la Micra non convince come vettura di design assolutamente europeo. Origini analoghe hanno la Nissan Primera (fa eccezione la Wagon, disegnata da Carsten Aengenheyster dello studio tedesco della casa), la Mitsubishi Carisma, la Toyota Carina E e la più recente Avensis.
Hanno tutte un design giapponese modificato nei dettagli per adeguarlo al gusto europeo, e questo è stato finora il ruolo degli studi di design europei delle case giapponesi, che sarebbe più adeguato definire centri di monitoraggio. Dopo questi timidi tentativi – e in linea con la generale tendenza ad abbandonare le strategie dell’auto mondiale a favore di politiche di modelli regionali – la Toyota ha ritenuto che fosse giunto il momento di cambiare. Nel 1994 il centro EPOC (EuroPean Office of Creation) di Zaventem, vicino a Bruxelles, ricevette l’incarico di studiare un progetto denominato New Basic Concept (NBC), inizialmente considerato un piano di ricerca avanzata di design, ma con un futuro ruolo europeo.
Il responsabile Tadao Otsuki, nominato da poco vicepresidente dell’EPOC e circondato da talenti del design provenienti da tutta Europa, scelse un approccio innovativo, ed è qui che entra in scena Sotiris Kovos. Il trentatreenne Kovos, da sempre appassionato di automobili e con un interesse particolare per i rally, ha studiato sociologia prima di frequentare la Coventry University e successivamente il Royal College of Art.
Qui ha creato un taxi all’avanguardia, il “Taxica”, molto stretto e alto, con lo spazio per un solo passeggero, per permettere ai tassisti di guidare nelle stradine delle città dell’Europa meridionale. Approdato all’EPOC nel 1994, propose di studiare sul campo i giudizi dei clienti europei sul design delle automobili prima di avviare la progettazione NBC. Così, insieme ai suoi colleghi, visitò le città dell’Europa intervistando concessionari e acquirenti, parlando con la gente per strada e osservando il comportamento dei guidatori nel traffico. Finì per concludere che la percezione della bellezza varia a seconda dei paesi.
«In generale la mente umana è legata a un prodotto, dal momento che il gusto personale di solito si riflette nell’apprezzamento del design, e il pubblico cresce con alcune idee essenziali riguardo alle forme. Quelle spigolose sono spesso considerate minacciose, al contrario di quelle morbide, ma ogni società ha criteri di giudizio particolari: gli svedesi hanno una sensibilità diversa verso le bionde rispetto agli italiani, le persone di colore valutano altre persone di colore in modo differente dai bianchi. Volevamo capire quali fossero le differenti linee di pensiero degli europei su questi concetti sia in senso positivo (armonia, eleganza ed equilibrio) che negativo (aggressività). I risultati della ricerca ci hanno consentito di analizzare la psicologia dei clienti riguardo alla bellezza e alla funzionalità del design», spiega Kovos, e fa un esempio.
Quando i ricercatori notarono l’abitudine diffusa nei paesi dell’Europa meridionale di parcheggiare urtando le altre auto, fu deciso di dotare la Yaris di paraurti in due sezioni facili da sostituire. «Questo», prosegue, «è un tipico risultato delle nostre osservazioni personali, che ha contribuito alla formulazione dei concetti generali di praticità e allestimento».