Marc Lichte (capo del design Audi), Audi Sport esiste ormai da 40 anni ed entusiasma i fan con i modelli RS. Quale vettura ti affascina particolarmente?

«Sono un grande fan dei nostri modelli RS. La TT RS è sempre stata uno dei miei pezzi forti perché, come il modello base TT di produzione, è stata la prima a mettere in strada le idee della scuola d’arte Bauhaus. Anche se il principio “less is more” si applica al linguaggio del design, non è così per quanto riguarda le emozioni e la gioia di guidare che l’auto evoca, assicurate, non da ultimo, dal suo motore a cinque cilindri. Anche lavorare sull’attuale Audi RS 6 Avant con il mio team è stata un’esperienza indimenticabile».

Il successo di Audi Sport deriva dalle corse: sportività, tecnologia e design emozionale. Da dove nasce la tua passione per le auto performanti?

«Quanto strettamente le automobili siano legate alla passione è qualcosa che ho imparato presto da mio padre. Negli anni ’70 gareggiava in gare in salita durante i fine settimana. Prima della gara si percepiva in casa un’emozione molto speciale, come se da un momento all’altro dovesse scattare il semaforo verde alla linea di partenza. Da allora, per me, le auto sportive hanno rappresentato una grande emozione, è come se fossero adrenalina modellata».

È vero che l’Audi Sport Quattro ha scatenato il tuo desiderio di diventare un car designer per Audi?

«Sì, è vero. Nel 1983, l’Audi Quattro si distinse dalla folla al Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte come nessun’altra vettura. Era totalmente diversa da qualsiasi cosa avessi visto fino a quel momento. L’auto aveva un carattere incredibile, con la sua carrozzeria ampia e i suoi blister. L’idea di esprimere la sportività automobilistica in quel modo, di utilizzare lo stile per rendere la tecnologia visibile a tutti e, di conseguenza, immediatamente accessibile a tutti mi ha ispirato così tanto che, mentre ero ancora allo stand del salone dell’auto, ho deciso che mi sarebbe piaciuto diventare un designer e di lavorare all’Audi. Questo accadeva esattamente quarant’anni fa. Per me è stato un duplice successo il fatto che gli elementi stilistici di quell’icona – l’espressivo montante C, le distintive prese d’aria, semplicemente l’intera progressività di quell’Audi – mi abbiano accompagnato nel mio lavoro fino a oggi».

Parliamo di futuro: quale design vorrebbero i clienti per le vostre auto sportive del futuro?

«Costruiremo auto principalmente utilizzando due piattaforme: la piattaforma PPE (Premium Platform Electric) per i veicoli elettrici e la piattaforma PPC (Premium Platform Combustion) per i veicoli con propulsori convenzionali. Sulla base di ciò, abbiamo considerato attentamente come continuare a sviluppare i nostri modelli RS in futuro. Come trasferire i geni RS all’era elettrica e suscitare altrettanto entusiasmo? I clienti continueranno a desiderare che i modelli RS offrano prestazioni, anche se sempre combinate con funzionalità. Questo è il tipo di feedback che riceviamo da loro. Una bella forma richiede funzionalità, altrimenti tutto è vano. In ogni caso, la carreggiata ampia è stata e continuerà a essere la caratteristica di gran lunga più importante per la nostra clientela: il look muscoloso continuerà a distinguere nettamente i modelli RS dai rispettivi modelli base e in futuro questo aspetto aumenterà ulteriormente».