Nel cortile dell’House of BMW di via Montenapoleone a Milano, che per una settimana ha ospitato unicamente il marchio Mini, il pubblico italiano ha conosciuto per la prima volta le Cooper e Countryman introdotte il mese scorso al Salone di Monaco. Per presentarle, un allestimento di palloncini ecologici e barre luminose multicromatiche: il primo inteso quale riferimento all’impiego di materiali sostenibili per l’abitacolo, le seconde… la Casa lo ha svelato in seguito.
Nel frattempo, tutti osservavano le forme delle due protagoniste e discutevano del nuovo linguaggio di stile “Charismatic Simplicity”. «Si ispira alla nostra storia, ma è caratterizzato da linee chiare e sintetiche, intuitivamente focalizzate sull’essenza dell’auto», aveva recentemente dichiarato Oliver Heilmer, a capo del design Mini. Dal vivo il risultato ha convinto, specie per la tre porte che, al netto del nome un po’ forzato (Cooper identificava le sportive) e dei curiosi gruppi ottici posteriori, ha mantenuto le proporzioni della precedente. Più grossa ed elaborata la Countryman, capace però di stupire con un abitacolo minimalista e piacevole come sulla sorella minore. I tessuti riciclati di entrambe meritavano una carezza “in presenza”.
Per l’interno saranno presto disponibili le Mini Experience Modes, ovvero configurazioni visive e uditive generate da un proiettore opzionale e 30 effetti sonori: invitati e giornalisti potevano dunque provarle e commentarle, confermando indirettamente le intenzioni dei progettisti. «Con l’impostazione adottata, ogni modello della gamma acquisisce un carattere forte e personale», come aveva raccontato Heilmer a Monaco. Ecco spiegati i giochi di luce dell’inizio: traslavano in una dimensione architettonica le variopinte modalità d’illuminazione concepite per guidatore e passeggeri. Il progetto ha plasmato l’evento.