L’avanzata dei marchi cinesi in Europa coinvolge anche i centri stile che lavorano attivamente per creare forme Inedite e conquistare nuovi mercati. Alcuni, come il gruppo Saic con il caso MG, hanno anche ridato vita a brand storici del Vecchio Continente, recuperando parte degli stilemi del passato e ripensandoli al futuro con un certo successo commerciale. Ne abbiamo parlato con Shao Jinfeng, Design President of SAIC Research and Development Innovation Headquarters.
Quali sono i principi fondamentali della vostra filosofia progettuale?
«Il nostro design è incentrato sull’utente: nell’era dei veicoli elettrici e intelligenti è ancora più fondamentale concentrarsi sulle persone. Vogliamo realizzare auto belle, in grado di affascinare i clienti per un maggior successo commerciale. Un altro punto fondamentale riguarda i valori dei nostri prodotti e la loro qualità. Chiediamo ai designer di liberare la loro creatività e pensare attivamente lasciandosi ispirare da prospettive culturali, artistiche e umanistiche, combinando la cultura cinese con il design automobilistico per formare un’estetica moderna e unica».
MG sta avendo un grande successo in Europa. Come siete riusciti a far rivivere questo storico marchio britannico?
«MG Automotive è stato fondato nel 1924 e sta per celebrare il suo 100esimo anniversario. Per la sua rinascita abbiamo creato un centro di design a Londra, con un capo del design inglese. Inoltre, per lo sviluppo di nuovi modelli ascoltiamo con attenzione le opinioni dei nostri designer e colleghi britannici. In più l’era dell’elettrificazione sta portando un ulteriore miglioramento del valore di questo marchio: la berlina elettrica MG4 ad esempio ha conqui-stato vendite e una buona reputazione».
La gamma di modelli MG è in crescita. Perché avete deciso di tornare anche con una sportiva (la Cyberster)?
«L’idea di proporre auto sportive elettriche con il marchio MG è nata nel 2017. La fase progettuale della Cyberster è stata svolta presso il Advanced Design Center di Londra, nel Regno Unito e il team ha sfruttato appieno il suo vantaggio geografico arricchendosi con le principali tendenze della moda, combinando arte moderna, tecnologia all’avanguardia e cultura classica. Tutto ciò ha contribuito alla concept car Cyberster, un modello che appena svelato (al Salone di Shanghai 2021, ndr) ha raccolto grande attenzione».
A proposito di progetti globali, ci sono ancora differenze stilistiche tra auto asiatiche ed europee?
«L’Europa è la culla dello sviluppo dell’industria automobilistica, con una storia profonda. Speriamo di imparare attivamente i valori eccellenti dalle auto europee e credo che gli utenti europei siano più attenti agli attributi, alla velocità e alla continuità storica del trasporto automobilistico. Il merito è di molti brand che hanno stabilito un patrimonio culturale unico: parlo ad esempio di Volkswagen in Germania o di brand come Land Rover e Jaguar nel Regno Unito o di supercar italiane come Ferrari e Lamborghini. Le auto cinesi sono arrivate dopo e non hanno ancora una storia. In termini di estetica credo che le auto asiatiche siano più giovani e tecnologiche e diversi marchi automobilistici sono più disposti ad adottare design più liberi, strettamente integrati con i tempi».
Come è nata la sua passione per il car design? Quali sono i suoi hobby e le sue fonti di ispirazione?
«Ho studiato Industrial Design presso la School of Automotive Engineering della Jilin University. Nel 1999, appena laureato, sono entrato a far parte del centro di styling design di SAIC Volkswagen. Ho partecipato allo sviluppo della Volkswagen Lavida, che è la berlina più venduta in Cina, con consegne annuali superiori a 500 mila unità. Nel 2011 sono entrato a far parte del team indipendente di brand design di SAIC Group. Mi piacciono l’arte, la pittura e guardare film di fantascienza. Mi interessa la commistione che può nascere tra tecnologia e arte. Nel design automobilistico molte delle mie ispirazioni sono nate dall’arte e dalle nuove tendenze anche cinesi, un paese in cui l’attuale sviluppo economico è fiorente e il progresso tecnologico è rapido».
Quanti centri di design avete nel mondo? Come lavorano tra loro?
«SAIC Design Center è un’organizzazione con un’architettura globale, con sede a Shanghai e oltre 300 designer impegnati in progettazione e sviluppo. Poi ci sono il London Advanced Design Center nel Regno Unito e un Advanced Design Studio a Tokyo. Il team britannico si concentra sull’esplorazione di tematiche stilistiche del futuro, il Tokyo Advanced Design Studio in Giappone si occupa di interior design. I tre team collaborano attivamente e i designer spesso fanno scambi culturali all’interno dei centri stile».