Ferrari reinterpreta l’archetipo della berlinetta 2+2 con motore centrale-anteriore, fondendo purezza stilistica con le esigenze della contemporaneità. Se la Roma aveva aperto una strada fatta di eleganza e proporzioni classiche, l’Amalfi la percorre con maggiore decisione, aggiungendo più muscoli, dinamismo e una tensione plastica che ne scolpisce ogni superficie. Il frontale si libera della calandra tradizionale e accoglie un’ala flottante verniciata, sospesa su un vuoto scuro che integra sensori e gruppi ottici. Il cofano lungo e scavato non è solo un omaggio alle Gran Turismo del passato, ma un elemento funzionale e narrativo: annuncia potenza e afferma identità.
«Cancellare, cancellare, cancellare», Flavio Manzoni inizia con una citazione di Achille Castiglioni la presentazione della sua Amalfi. «Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto avevo chiaro l’obiettivo: disegnare un’automobile che esprimesse massima purezza con il minor numero di dettagli possibile». Le linee della fiancata sviluppano un tema a cuneo netto, con superfici tese che catturano la luce e la rifrangono in maniera quasi liquida. I gruppi ottici posteriori, celati in tagli grafici essenziali, rimandano al linguaggio delle Ferrari classiche pur inserendosi in un vocabolario visivo ultramoderno. «Volevamo portare su strada un oggetto monolitico, quasi una scultura che fosse elegante fuori ma sportiva all’interno», spiega Manzoni. In questo contesto di stile, anche il diffusore posteriore diventa un gesto artistico: l’integrazione dell’ala mobile, capace di mutare forma in base alla dinamica di guida, è la conferma che forma e funzione possono convivere in perfetto equilibrio. Il colore di lancio, Verde Costiera, rievoca le sfumature marine della Costiera Amalfitana: «un verde ottanio brillante che esalta il dialogo tra curve e spigoli, un colore perfetto per quest’auto», conclude Manzoni.
La struttura a doppio cockpit crea due cellule visive distinte per guidatore e passeggero, unite da un tunnel centrale sospeso in alluminio anodizzato. Ogni dettaglio, dalle impugnature dei pannelli porta alle bocchette di aerazione integrate, è disegnato per amplificare la percezione di qualità e innovazione. Il Verde Bellagio degli interni della versione di lancio dialoga con il colore esterno e dà coerenza cromatica all’intero progetto. Il volante, tornato all’essenzialità dei comandi fisici, ospita il tasto di accensione in alluminio: un gesto rituale richiesto a gran voce dai clienti e che Ferrari ha ascoltato.
Il sistema audio Burmester®, disponibile su richiesta, trasforma l’abitacolo in una sala da concerto tecnologica, mentre la disposizione dei display – fino a tre, compreso quello dedicato al passeggero – costruisce un’interfaccia intuitiva e coinvolgente. Ogni superficie, ogni materiale sono stati pensati per restituire un’esperienza estetica e tattile. Nell’idea del Centro Stile, qui nulla è superfluo, nulla è lasciato al caso. La bellezza non è un vezzo, ma una funzione attiva del progetto. È l’incarnazione della nuova estetica del Cavallino Rampante: sportiva, sofisticata, essenziale. La nuova Ferrari Amalfi sarà disponibile a partire da gennaio 2026 con il prezzo di partenza fissato a 240 mila euro.