Con la Tindaya, Cupra firma il manifesto della propria identità futura. Linee ispirate alla potenza di un vulcano, materiali naturali e un approccio umano alla tecnologia definiscono la visione di Jorge Díez: un’auto elettrica che non parla di efficienza, ma di emozione e connessione.
Il nome di una montagna sacra
Nella nuova Cupra Tindaya il design diventa materia viva, carica di energia primordiale. «Volevamo creare un’auto che trasmettesse vita, non solo potenza», spiega Jorge Díez, direttore del design Cupra. «La Tindaya nasce dal desiderio di costruire una connessione emotiva tra il guidatore e la macchina, qualcosa che superi la funzione e tocchi la sfera dei sensi». Il nome richiama la montagna sacra di Fuerteventura, un vulcano che unisce terra e cielo, materia e spirito. «Abbiamo voluto catturare quella forza contenuta, la sensazione di calore e movimento che un vulcano emana anche quando è fermo».
Manifesto dell’era elettrica di Cupra
Così nasce una carrozzeria fatta di tensioni muscolari e linee fluide, dove ogni superficie sembra modellata dal vento. Le proporzioni sono nuove, più audaci, con un frontale scolpito e un posteriore che comunica solidità senza rinunciare all’eleganza. La Tindaya rappresenta il manifesto di Cupra per l’era elettrica: un progetto da 365 kW, ma in cui la tecnologia è solo una parte del racconto. «La nostra idea di performance è connessione, non competizione», spiega Díez. «Il design degli interni mette il guidatore al centro, restituendogli il controllo e il piacere fisico della guida anche in un mondo elettrico».
Sostenibilità e autenticità
Protagonista dell’abitacolo è il volante multifunzione che ridefinisce l’interfaccia uomo-macchina. Non solo uno strumento di comando, ma un ponte sensoriale: integra feedback tattili, illuminazione adattiva e tre modalità di guida. All’interno, il lavoro sui materiali rispecchia la filosofia del marchio: sostenibilità e autenticità. La fibra naturale sostituisce il carbonio, la pelle è bio e non animale, mentre componenti in alluminio stampato in 3D alleggeriscono e personalizzano. Cupra introduce anche i materiali di nuova generazione, che combinano texture e luce sotto strati di vetro, creando profondità visiva e dinamismo.
Interno vettura: non un computer su ruote
«La luce doveva diventare un materiale, non un effetto», racconta il designer. L’ambiente è caldo e avvolgente, lontano dal minimalismo freddo di molti modelli elettrici. L’illuminazione segue il ritmo della guida, mentre le superfici cambiano tono come pelle viva. «Non volevamo un’auto che sembrasse un computer su ruote», precisa Díez. «La Tindaya parla un linguaggio mediterraneo, fatto di calore, emozione e imperfezione controllata». Anche all’esterno il linguaggio evolve: addio cromature, spazio a finiture opache e metalli scuri che esaltano i volumi. Le proporzioni reinterpretano i codici sportivi, con sbalzi corti e cofano basso, mentre l’aerodinamica diventa parte integrante del disegno.
“Un marchio giovane e coraggioso”
Con la Tindaya, Cupra ridefinisce il concetto di auto elettrica emozionale. È un manifesto di design mediterraneo e visione tecnologica, dove ogni linea, materiale e interfaccia mira a restituire calore e identità a una mobilità spesso percepita come fredda. «Cupra è un marchio giovane e coraggioso», conclude Díez. «La Tindaya non è un esercizio di stile, ma un laboratorio di emozioni. È la prova che il futuro elettrico può essere viscerale, vibrante e profondamente umano».
(Articolo completo su A&D n. 275)




