Le montature LINDBERG si possono annoverare tra le icone del design scandinavo. Per ripercorrerne il successo bisogna iniziare dai primi anni ottanta quando il padre, optometrista, dell’attuale CEO Henrik Lindberg, sviluppa con la complicità di un amico architetto l’idea del primo telaio realizzato con un solo filo di metallo e un ingegnoso attacco per le lenti. Qualche anno dopo, e con l’arrivo del figlio – neo laureato in architettura –, prende forma definitiva il modello AIR Titanium, dal nome del materiale usato e all’epoca ancora precluso al mondo dell’ottica.

L’idea del materiale che apporta grande leggerezza alla montatura è oltremodo completata da una costruzione che rinuncia all’uso di viti, rivetti o cerniere di sorta. Infatti, l’asta che congiunge lente e telaio termina con una torsione a spirale e un attacco a clip. I requisiti di leggerezza (da 2,7 grammi), flessibilità e resistenza del materiale, nonché la grande pulizia formale diventano il marchio di fabbrica LINDBERG che conquista nel giro di poco il mercato internazionale e fa incetta di premi.

Sono passati circa trent’anni e la ricerca nel design dell’azienda continua con modelli diversificati – attualmente ci sono dodici linee di prodotto tra le quali una che impiega solo corno e addirittura pietre preziose – anche per supplire alle richieste di una clientela sempre più globale.

È nel quartier generale di Aarhus che prendono forma le idee e si lavora alla costruzione dei pezzi (per la rifinitura e l’assemblaggio delle montature, che richiedono diversi passaggi manuali, è attivo un impianto nelle Filippine) dove il team creativo, alla guida di Henrik Lindberg, è formato da sette designer, supportati da ingegneri per la parte più tecnica. «Ogni designer è in grado di portare delle competenze specifiche», ci racconta Christina Sunn (Global Communication Manager), «alcuni offrono un contributo più tecnico e altri si occupano più della ricerca che guarda molto ai materiali e alla definizione di nuove finiture (come un particolare oro bianco dalle sfumature blu o un nero prezioso – perché usa oro 18 carati – per la linea maschile N.d.R.); non ci sono limiti in fase di progettazione e gli ingegneri intervengono quando è il momento opportuno per trasformare le idee “di rottura” in realtà, creando gli strumenti per realizzare i pezzi e pianificando il processo produttivo».

La componente di artigianalità è alta e fin dagli inizi, quando il padre dell’attuale proprietario acquistò dagli Stati Uniti la prima partitura di filo di titanio, si sono dovuti adattare e persino costruire gli strumenti per lavorare il materiale. In LINDBERG ancora adesso la tecnologia di riferimento è fornita da un mix di macchine ad alta prestazione, strumenti adattati allo scopo o messi a punto ad hoc.

L’articolo continua su Auto & Design n. 208