Quale sarà il futuro delle super sportive in un’ottica di conversione alla propulsione elettrica pura? Per testare il limite di ciò che è tecnicamente fattibile in questo ambito, Bosch Engineering e Dallara hanno condotto un progetto congiunto che ha portato alla realizzazione, in meno di nove mesi, di una concept car dalle prestazioni entusiasmanti, basata sulla Dallara Stradale. Tutto ha avuto inizio con un “dream workshop” presso la sede Bosch in Germania, dove i tecnici delle due aziende – già forti di una collaborazione consolidata – hanno riempito una parete scrivendo requisiti e proposte per la vettura da realizzare. «Non è stato difficile lavorare insieme. I nostri ingegneri si comprendono perfettamente, abbiamo un Dna comune, uno stesso orientamento ad investire per il futuro», ha detto Frank Schmidt, Executive VP di Bosch Engineering.

L’obbiettivo non era la creazione di una showcar dimostrativa, ma di un vero e proprio prototipo da pista. «Il nome Dallara viene concesso soltanto per una sportscar, non l’avremmo mai associato ad un Suv», precisa sorridendo Andrea Pontremoli, CEO & General Manager di Dallara. «La sfida è stata rispettare il Dna originale della Dallara Stradale, ovvero mantenere il piacere di guida, senza trascurare le caratteristiche di dinamica del veicolo, il peso ridotto e la sua aerodinamica». La “Stradale elettrica” – ma in realtà il prototipo non ha un nome ufficiale – non tradisce le aspettative, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi e una velocità massima di 245 km/h, grazie a una potenza massima di 440 kW/h generata da due motori elettrici, a fronte di un peso totale del veicolo di 1250 kg. La trasmissione elettrica è assicurata da un sistema ad alta tensione a 800 volt.

Bosch Engeneering ha fornito l’unità compatta che comprende l’assale elettrico sviluppato appositamente per il progetto, con i due motori a prestazioni elevate e la trasmissione, oltre ai due inverter, la battery pack, l’intera architettura elettrica/elettronica del veicolo, nonché l’unità di controllo veicolo (Vehicle Control Unit). La Dallara Stradale non è nata elettrica, quindi si è trattato di integrare tutti i nuovi componenti modificando una parte del telaio in fibra di carbonio. «Abbiamo seguito un progetto olistico, ovvero considerando tutti i sistemi come un unico sistema, per preservare l’aerodinamica e la dinamica della vettura», spiega Daniele Guarnaccia, Program Manager della Dallara Stradale nonché di questo progetto.

Osservato dall’esterno, quindi, il prototipo non mostra segni particolari rispetto al modello di serie, se non le grafiche che riportano le caratteristiche tecniche, in uno stile che ricorda le note scritte a mano dagli ingegneri durante il “dream workshop”. «Questo prototipo è la dimostrazione di come due aziende possano unirsi per giungere in breve tempo al miglior compromesso possibile», ha osservato ancora Frank Schmidt. Ma la vera dimostrazione si ha con un giro in pista sul circuito di Varano de’ Melegari: davvero entusiasmante.