Un nome spicca – per innovazione, per ricchezza di proposte, anche per coraggio – nel panorama del design internazionale. E’ quello della Mazda, che sotto la guida di Laurens van den Acker, subentrato poco meno di un anno fa a Moray Callum, sforna a getto continuo straordinari concept volti a codificare un nuovo linguaggio formale strettamente legato a concetti di fluidità mutuati dai giochi della natura. Fedele alla filosofia innovativa che la casa giapponese incap-sula nel suo slogan “Zoom Zoom”, e che già nella scorsa stagione aveva portato alla presentazione di tre concept – Sassou, Senku e Kabura – altamente innovativi e destinati già da questi mesi e negli anni a venire a lasciare il loro segno sulla produzione in serie, Van den Acker ha subito impresso un ritmo mozzafiato all’attività dei tre centri di design della Mazda a Yokohama, a Francoforte e a Irvine, in California.
Con una differenza, rispetto al passato: «Anziché rappresentare esplorazioni autonome – spiega – ho voluto che questi concept fossero una famiglia automobilistica, in un esercizio di coesione visiva». E’ così emersa a novembre, al salone di Los Angeles, la Nagare: una coupé che è la capostipite del nuovo linguaggio, e che porta la firma di Franz von Holzhausen, responsabile dello studio californiano. A gennaio, per il salone di Detroit, da Yokohama è arrivata la Ryuga, un’evoluzione della Nagare gestita da Yasushi Nakamuta. A marzo, per Ginevra, è stato il turno di Peter Birtwhistle e dello studio di Francoforte, che a tempo di record – complici i prototipisti della Vercarmodel di Torino – hanno allestito la Hakaze, un sorprendente crossover sportivo con potenziali commerciali molto ravvicinati. E c’è grande attesa, per il salone di Tokyo a ottobre, per il quarto concept della serie – il più fantasmagorico, a sentire Van den Acker – firmato da Atsushiro Yamada.
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