Chi non è del mestiere ha sempre qualche difficoltà nel comprendere il processo creativo di un designer. Come è mai possibile che un’automobile possa nascere dall’immagine di un pesce (è il caso di Atsushiro Yamada e del suo straordinario concept Mazda Senku del 2005) o di una duna sulle rive del Mare del Nord ricoperta di neve (la plancia dell’attuale Volvo S80 nella visione di Jonathan Disley), addirittura di un’isoletta svedese in un soleggiato giorno d’estate (Stefan Jansson per gli esterni di quella stessa Volvo), o ancora di un leone con le fauci spalancate (Gérard Welter alle prese con tutti i progetti Peugeot degli ultimi anni)?
Eppure è così: se uno ha la rara fortuna di essere ammesso nel sancta sanctorum di uno studio di progettazione scoprirà, su una parete, una straordinaria accozzaglia di foto, di disegni, di tessuti, di oggetti privi di alcun contatto diretto con il mondo dell’automobile.
Si chiamano “ispirazione”: un processo lento e talora faticoso, molto individuale.
Ma ora entra in scena il computer.
Trends (acronimo dell’inglese Trends Research ENabler for Design Specifications) è il nome di un software, per ora in fase prototipale, appena completato da un gruppo di aziende e università sotto l’egida dell’Unione Europea.
E’ costato 2,5 milioni di euro e ha richiesto tre anni di lavoro. Obiettivo: mettere milioni di immagini a disposizione dei designer, consentendo loro di partire da un concetto iniziale (espresso con una parola, una fotografia o addirittura uno schizzo) e, attraverso una serie di affinamenti e selezioni, offrirgli dieci, cento, mille immagini che rispondono ai suoi requisiti.
Il tutto in tempi così rapidi (al massimo due secondi per ogni ricerca) che presto i libri sacri dell’immagine, da sfogliare lentamente nella ricerca di ispirazione, saranno cosa del passato. Un “Google per designer”, è già stato definito.
L’articolo continua su Auto & Design n. 175
