Miglioramento dell’aerodinamica, riduzione dei costi di esercizio, aumento del comfort in cabina. Sono i punti chiave che hanno guidato Iveco nello sviluppo della terza generazione del camion pesante Stralis. Un processo evolutivo basato su oltre 17 milioni di chilometri di test che ha consegnato una gamma articolata su quattro cabine: larga (2,5 metri) a tetto alto Hi-Way, top della gamma; larga a tetto basso; stretta (2,3 metri) nelle configurazioni Hi-Road e Hi-Street. Il tutto con una gamma di propulsori Cursor che garantiscono una riduzione dei consumi sino al 10%: i 6 cilindri common-rail Euro VI da 9-11-13 litri ed Euro V da 8-10-13 litri, per potenze da 310 a 560 CV, più tre varianti a metano da 270 a 330 CV.

«Su di un veicolo da lavoro – spiega Marco Carignano, Product Engineering – Cabs, Body & Trim  Director Iveco – la parola d’ordine è la funzionalità; tuttavia qui abbiamo puntato anche all’impatto estetico e al comfort, lavorando a stretto contatto con il gruppo di design guidato da Peter Jansen».

Complessivamente, tra engineering e stile hanno lavorato circa cinquanta specialisti e per la prima volta è stato impiegato massicciamente il virtuale, abbattendo le tempistiche: quattordici mesi per realizzare la cabina (cinque in meno rispetto alla precedente versione) e sei mesi in più per gli interni, che presentano una complessità maggiore. In particolare, per la cabina la delibera dell’estetica è stata fatta in virtuale e in parallelo è stato eseguito il modello fisico e validato il calcolo per la fresatura.

«Inizialmente – spiega Peter Jansen, Direttore del Design Fiat Professional & Industrial Vehicles – abbiamo sviluppato svariate proposte di stile, alcune delle quali molto avanzate; poi, visto che il frame doveva rimanere invariato, abbiamo adeguato gli interventi». Un autentico lavoro di cesello che ha impegnato non poco il team di lavoro guidato dal Chief Designer Interior & Exterior di Fiat Professional & Industrial Vehicles, Marco Armigliato. In particolare, va sottolineata l’attenzione posta nella messa a punto dei cantonali che, rispetto al precedente modello, sono radicalmente cambiati, passando dalla configurazione a C rovesciata, ad una sorta di “chela” rivolta verso l’alto e staccata dalla cabina.

Articolo completo su Auto & Design n. 196