L’esemplare unico Gran Lusso Coupé presentato a Villa d’Este è nato dalla collaborazione tra BMW e Pininfarina. L’idea era nata proprio a Villa d’Este, nel 2012, da un colloquio fra Fabio Filippini, direttore del design Pininfarina, Karim Habib, direttore del design BMW e il responsabile del design per il gruppo BMW, Adrian van Hooydonk, che oggi esprime apprezzamento per «la nitida essenzialità e precisione del design Pininfarina», aggiungendo che «le esigenze qualitative della casa italiana sono ad alto livello come le nostre e la sua filosofia stilistica completa perfettamente il Dna del design BMW». Certe caratteristiche accentuate, come il naso a squalo, ma anche la grafica più fluida con un’unica crestina sulla fiancata che forma un arco continuo dai fari alla coda, sono esempi di quell’osmosi.
Con una battuta Filippini dice che la Gran Lusso, basata sulla piattaforma della Serie 7 (è lunga 5,10 metri, il passo è più corto di 40 mm e lo sbalzo anteriore è più lungo) e con il potente motore V12, «è nata per telefono». E’ accaduto che a settembre Pininfarina aveva offerto due proposte a BMW, entrambe di una grande coupé che potesse esprimere al meglio il valore dei due marchi: una sportiva, scartata perché la casa tedesca era appena reduce da un’iniziativa di quel genere con Zagato, e una più elegante, preferita da Van Hooydonk che in fondo al cuore aveva immagini della Ferrari 400 e della Rolls-Royce Camargue. Da quel momento il lavoro si è svolto tutto a Cambiano: da una parte Filippini con il designer austriaco Felix Kilbertus (lead designer), Jean Park (junior designer esterni), Franck Levivier (junior designer interni), Davide Cena (lead virtual modeller) e Luca Guardamagna (project manager); dall’altra Habib che ogni due o tre settimane mandava in Italia uno dei suoi designer, Joji Nagashima, e che poi discuteva gli sviluppi per telefono con Filippini.
«Pininfarina – afferma Habib – ha sempre rappresentato eleganza, purezza, leggerezza, taglio su misura. Anche la BMW esprime eleganza, ma con molto dinamismo e una punta di aggressività. E’ stato interessante vedere come Pininfarina ha interpretato le proporzioni BMW, per esempio nella transizione più morbida dal padiglione al cofano posteriore, o assorbendo il complesso linguaggio stilistico BMW basato su profili concavi e con una linea di spalla quasi orizzontale.
Filippini descrive la Gran Lusso come «l’espressione di un’eleganza di taglio italiano su contenuti tedeschi di alta qualità e precisione tecnologica, realizzata con l’anima e il cuore dell’alto artigianato italiano». Un’eleganza, precisa «fuori dal tempo, insieme moderna e classica, pura, che si sposa benissimo con la precisione bavarese». Gli interni, derivati anch’essi dalla Serie 7, riflettono una nota individuale e la qualità dell’artigianato italiano, con un cockpit più orientato verso il guidatore, sedili rifatti, materiali esclusivi e ricercati come le pelli naturali trattate all’anilina o il legno neozelandese di kauri vecchio di 48 mila anni, che lucidato a olio offre colori e venature imprevedibili, o ancora l’introduzione di tocchi propri della moda e della sartoria italiane come il padiglione rivestito di un tessuto di lana con disegno Principe di Galles, ripreso anche nel cadenino dei sedili.
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