«Si trattava di trovare la giusta interpretazione dell’AD». Thomas Ingenlath è a capo del design Volvo e così spiega la nascita del Concept 26, che rappresenta l’ingresso della casa svedese nell’affascinante mondo, appunto, dell’AD: Autonomous Driving, la guida autonoma. «Non abbiamo puntato su un’affascinante showcar – dice – ma su un approccio intellettuale, dal momento che la tecnologia già esiste. Poiché gli esterni dell’auto non sono coinvolti, il nostro Concept 26 riguarda solo gli interni». I tempi sono molto stretti: «E’ come una corsa alla pole position», afferma Robin Page, responsabile del design interni di Volvo, che in questo progetto è stato coadiuvato da Daniel Forsgren: «Le maggiori case ci stanno lavorando ed era importante presentare la nostra visione».
Già nel corso di quest’anno la Volvo disporrà di tre esemplari della sua ammiraglia – la XC90 – dotati di un completo sistema AD per farlo “assaggiare” alla stampa internazionale. «Nel 2017 – dice Page – sguinzaglieremo cento esemplari nelle vie di Göteborg, per metterli alla prova nelle mani dei nostri clienti». La commercializzazione ha già una data prevista: 2020, fra appena quattro anni.
La prima novità, nella filosofia AD della Volvo, è la mancanza di sedili anteriori rotanti come altri hanno invece scelto (Mercedes, per esempio). «Per due motivi», spiega Ingenlath: «Il primo è che non abbiamo intenzione di aumentare la lunghezza delle nostre vetture soltanto per accomodare quel tipo di sedili. Il secondo è che non riteniamo necessario aprire una maggiore comunicazione con i passeggeri dei sedili posteriori: per la maggior parte del tempo il guidatore è solo, noi preferiamo focalizzarci sul suo relax, su un suo migliore uso del tempo». Concept 26 si chiama così perché 26 sono i minuti mediamente impiegati dall’automobilista nel quotidiano tragitto verso il posto di lavoro, sebbene il sistema sia indicato anche per i monotoni percorsi in autostrada.
Sono tre, come spiega Page, le modalità del sistema per la XC90 e, subito dopo, per la nuova S90: «Drive, con l’automobilista in pieno controllo della vettura; Relax, con il sedile che si sposta all’indietro mentre lo schienale si inclina; Create, una posizione intermedia». In entrambe le posizioni AD il ritorno alla guida normale può avvenire in 3 secondi, cioè molto più rapidamente che con un sedile rotante. Aggiunge Page: «Il pannello di controllo scorre all’indietro con il sedile, mentre il volante si allontana verso la plancia dal cui lato passeggero emerge uno schermo da 25 pollici in formato ultralargo 21:9. In posizione Create si sfila dalla portiera anche un tavolino».
Una delle maggiori sfide nella nascita di Concept 26 è stata la progettazione del sedile reclinabile. «Quando lo schienale di un sedile normale si abbassa il corpo tende a scivolare in avanti – spiega Forsgren -. Doug Fraser, del nostro studio in California, ha ideato un nuovo ingegnoso tipo di cerniera grazie al quale il bacino non si sposta». Ma soprattutto è in ballo la sicurezza, che da sempre è uno dei punti di forza della Volvo. «Sembra un grande salto – osserva Ingenlath – ma in realtà gli automobilisti si accorgeranno di avere sopravvalutato le difficoltà».
[tz_plusgallery id=”9″]
L’articolo continua su Auto & Design n. 216