«Un costruttore di auto che oggi desse priorità ai soli combustibili fossili sarebbe destinato a diventare un fossile anche lui». Con questa premessa, in occasione della conferenza annuale di bilancio Audi il presidente Rupert Stadler ha annunciato lo scorso 3 marzo le strategie del gruppo in tema di mobilità del futuro. «La conferenza sul clima che si è svolta a Parigi alla fine del 2015 ha lanciato un segnale importante. Audi ha un piano per il 2025 che si basa su tre pilastri: digitalizzazione, sostenibilità e urbanizzazione».
«Anzitutto realizzeremo una piattaforma digitale centrale per la mobilità», ha proseguito, ricordando come nel 2015, insieme a BMW e Daimler, Audi abbia acquistato HERE, il sistema di mappatura digitale di Nokia al fine di sviluppare mappe in grado di aggiornarsi in tempo reale e in grado di lavorare in rete con i sensori dei veicoli.
Anche il programma della guida autonoma continua ad evolversi rapidamente. L’NHTSA (l’ente americano preposto alla sicurezza del traffico nazionale sulle highway) ha riconosciuto che ai fini legali un computer possa essere considerato come un guidatore a bordo, e in molti paesi si sta procedendo ad adeguare le normative. La prossima generazione dell’Audi A8, nel 2017, offrirà già un sistema di guida pilotata in grado di funzionare sino a una velocità di 65 km/h in alcune situazioni di traffico.
La nuova Audi SQ7, svelata a Ingolstadt il 3 marzo scorso.
«A lungo termine, i nostri clienti trarranno vantaggio dalla guida autonoma. Noi vediamo le Audi di domani come postazioni di lavoro o ambienti in cui rilassarsi e godersi il proprio tempo. La chiamiamo la “25esima ora”, perché l’auto che guida da sola fa risparmiare tempo. Ma anche il fatto di avere veicoli in grado di comunicare tra loro e con le infrastrutture consentirà alle persone di arrivare a destinazione più rapidamente, e comunque con meno stress. E il tempo è il più grande regalo che si possa fare oggi alla nostra società, e dunque ai nostri clienti. Ecco perché mettiamo così tanto impegno nella “25esima ora”. I nostri designer e tecnici stanno ripensando il concetto di interni delle vetture, esplorando una logica operativa completamente diversa se il tempo a bordo viene impiegato in modo differente».
Anche la mobilità sostenibile a emissioni zero va ripensata. Servono anzitutto infrastrutture, con una rete di postazioni di ricarica rapida, almeno da 150 kilowatt, meglio se da 350 kW, e stazioni di rifornimento per l’idrogeno. «Tra due anni andrà in produzione la nostra prima grande vettura totalmente elettrica. Bisogna spingere verso questa trasformazione, l’ibrido e l’ibrido plug-in sono transitori, un ponte tecnologico per il prossimo decennio», ha osservato Stadler ricordando la partnership con LG Chem e Samsung SDI per lo sviluppo di batterie efficienti. «Nel nostro sito di Bruxelles nel 2018 inizieremo la produzione del nostro primo Suv completamente elettrico, nonché la produzione delle batterie stesse».
Terzo capitolo della roadmap Audi verso il 2025, l’urbanizzazione: «Il nostro modello di business in futuro spazierà ben oltre l’automobile», ha proseguito il presidente ricordando anche i programmi “select”, per i clienti che vogliano guidare più di un modello, e “on demand”, che segue il motto “un’Audi quando voglio e dove voglio”. Inoltre, il progetto di ricerca Audi Urban Future sta diventando sempre più strategico: «Siamo coinvolti in tre progetti di sviluppo urbano, a Somerville, vicino a Boston, a Città del Messico e ad Ingolstadt. Vi dedichiamo tutto il nostro know-how, e continuiamo a implementarlo: dai sistemi di assistenza per la città, ai concetti di mobilità dall’impiego flessibile, all’applicazione di algoritmi intelligenti per l’analisi dei dati».