C’è vicino a Torino un’azienda che non in molti conoscono fuori dal mondo dell’automobile, ma che da tempo è diventata un punto di riferimento per chi lavora nel settore. Sono pochi infatti i marchi delle quattro ruote a non valersene per attuare modelli di stile, prototipi realizzati a mano e preserie, fino alla produzione di parti (anche intere scocche) e addirittura di veicoli completi. La Cecomp è uno dei simboli di quell’eccellenza che ha fatto un tempo la fortuna dei carrozzieri torinesi a conduzione familiare. Non a caso è fra le poche aziende che sono sopravvissute alla grande crisi di anni recenti, riuscendo anzi a espandersi con uno sforzo tecnologico d’avanguardia. «L’importante è credere in quello che facciamo», spiega Gianluca Forneris, che con il fratello Paolo ha raccolto l’eredità del padre Giovanni scomparso due anni fa.
Il segreto, forse, è stato l’abilità di coniugare tradizione e futuro. La tradizione è quella di Giovanni Forneris, nato modellista nel Centro Stile Fiat, cresciuto poi con Giovanni Michelotti e infine con Giorgetto Giugiaro fino a quando si mise in proprio nel 1971 con una modelleria che nel 1978 sarebbe diventata la Cecomp (ovvero Centro Esperienze Costruzione Modelli e Prototipi).
Il futuro nasce su due piani: per lo stile nel 2010, quando in joint-venture con Tecnocad e l’imprenditore Teresio Gigi Gaudio viene creata la società di design Icona, principalmente votata al mercato estero, che oggi sotto la guida del direttore del design Samuel Chuffart ha uno studio a Shanghai con 90 persone, un altro a Los Angeles con 20 addetti e un terzo a Torino con 15 persone, nonché un fatturato previsto per il 2018 di 20 milioni di euro e, attualmente, 27 commesse aperte. Icona fornirà inoltre i servizi di stile a Cecomp cui è stato assegnato un bando della Regione Piemonte per realizzare un’auto elettrica da città, la e-Stes.
Sul piano industriale, la crisi che ha paralizzato il mondo dei carrozzieri torinesi è stata superata nel 2009 con il progetto BlueCar di Vincent Bolloré per il quale Cecomp ha fornito sviluppo, industrializzazione e produzione completa (a partire dal 2011) per le prime 2500 vetture, mentre dal 2014 Cecomp è tornata al proprio core business con la fornitura delle scocche assemblate. («È stata superata la quota di 10 mila unità prodotte», osserva Forneris). Nel 2013, poi, è nata Cecomp Slovenia che produce parti per Renault (Clio e Twingo) e Smart (Fortwo).
Ma due mosse decisive, che come spiega Forneris determineranno i mezzi di ogni sviluppo futuro, sono state da una parte l’acquisizione nel 2015 di Model Master, azienda concorrente di Moncalieri, che è ora fusa con Cecomp e oggetto di una riorganizzazione – per evitare doppioni – con lo stabilimento principale di La Loggia «dove resta il cuore dell’azienda»; e dall’altra l’apertura nel 2017 di un nuovo stabilimento a Piobesi focalizzato sulla lavorazione premium dell’alluminio (per marchi come Alpine e Aston Martin). «Fresatrici da una parte, presse dall’altra», sintetizza Forneris.
Sopra, una vista del nuovo stabilimento di Piobesi inaugurato nel 2017. E’ focalizzato sulla lavorazione premium dell’alluminio e sull’utilizzo di tecnologie informatiche 4.0. Al progetto BlueCar di Vincent Bolloré, a destra, Cecomp ha fornito in una prima fase anche la produzione completa. Dal 2014 fornisce le scocche assemblate.
Un altro segreto si racchiude in un numero: 4.0. Si parla, ovviamente, di tecnologie che «offrono alta qualità con processi tracciabili e ripetibili». Piobesi è già nata così, presto l’intera azienda sarà dominata dalla precisione dei computer. «Una volta – aggiunge Forneris – il livello premium del prodotto stava nel “fatto a mano”. Oggi, anche se i battilastra restano elemento essenziale in alcune lavorazioni, bisogna trovare stampi che con poche risorse facciano il pezzo ripetitivo senza difetti: l’alluminio è molto difficile da lavorare, ha un ritorno elastico e va trattato letteralmente con i guanti bianchi perché il Ph della pelle potrebbe segnare la verniciatura. Per questo molti si rivolgono a noi». Ma le intenzioni future non cancellano il passato: «Prototipi, showcar e one-off: è lì che vedo un altro importante spazio di crescita».