Reinterpretare un modello nato ad un’altra latitudine significa unire culture diverse in un amalgama non sempre facile. Con la Karma GT, creata da Pininfarina sulla base della berlina elettrica Revero, la fusione è invece stata quasi naturale. Un po’ perché il giovane marchio californiano Karma e il centro stile torinese, che collaborano da qualche anno, hanno identità di vedute simili su temi come il valore del brand, un po’ perché anche tra le due culture esiste una reciproca ammirazione.
«Per i californiani la “dolce vita” europea si identifica con l’Italia, per gli italiani il sogno americano è la California», sottolinea Carlo Bonzanigo, Design Vice President di Pininfarina e supervisore del progetto. «Si trattava di italianizzare l’auto facendo confluire i due spiriti. Il risultato è una Pininfarina dal sapore americano, con passo e cofano lunghi ma volumi equilibrati e personalità ben espressa».
Berlina imponente (5 metri di cui 3,15 di interasse) la Revero si prestava tuttavia bene a vestire l’eleganza sobria dell’atelier di Cambiano. Lo conferma Nazzareno Epifani, Head of Exterior Design: «La vettura d’origine è muscolosa ma ha sezioni molto morbide che abbiamo mantenuto perché la fluidità, le superfici “calde” sono anche nel nostro Dna. Mixandole con elementi taglienti, per diversificare il linguaggio».
Una necessità alla base del progetto stesso: «Karma è un marchio nuovo che sta esplorando un’identità di marca e in questo senso anche la GT può rappresentare una proposta. Noi abbiamo optato per un frontale molto forte che mantiene però il motivo dei due lobi, anche se abbassati e rimodellati».
Anche gli interni hanno un impatto ben differente, pur mantenendo il layout della vettura d’origine che per Matteo Piguzzi, Head of Interior Design, non è stato un limite. «La plancia conserva gli elementi di Revero, abbiamo lavorato sui rivestimenti per creare un’atmosfera ariosa. Entrando si è prima sopraffatti dal senso di spaziosità e leggerezza, poi emergono i dettagli come i poggiatesta con logo Pininfarina riportato, l’esclusività non griffata ma espressa attraverso la qualità».
A dar valore alla semplicità ci ha pensato Florence Raspail, responsabile Color and Trim: «L’interno originale blu scuro creava un ambiente chiuso, noi abbiamo scelto di fare qualcosa di chiaro e aperto optando per un bianco non-bianco, con un punto di grigio, e su motivi che lo movimentassero un po’ per non farlo sembrare troppo piatto. C’è anche un tocco di rosso, da GT, appena accennato».
(Articolo completo in A&D n. 238)