«La nostra futura Hyundai i10 vanterà uno stile d’ispirazione italiana» ci aveva confidato strizzando l’occhio Thomas Bürkle, a capo del design di Hyundai Europe, durante un recente evento in cui veniva ripercorsa la storia del marchio a partire da un virtuosismo dimenticato di Giorgetto Giugiaro, la Pony del 1974. Sulle prime pareva un semplice omaggio al geniale padre dell’Italdesign, invece l’estetica dell’ultima i10 (erede dell’edizione lanciata nel 2013) restituisce davvero un sentore dinamico e pulito insieme, prossimo al gusto della Penisola. Osservarla su strada durante la prova dinamica, nelle campagne bresciane, si dimostra una piacevole conferma.
Non a caso l’impostazione è opera del milanese Davide Varenna, giovane senior designer degli esterni capace di imprimere una nota assai fresca e brillante a un corpo vettura dalle proporzioni sostanzialmente invariate, se si escludono gli appena 20 mm in meno in altezza, gli altrettanti aggiunti alla larghezza e il passo allungato di 40 mm. Sulla carrozzeria si rincorrono linee tese ma pulite, senza eccessi, che secondo chi le ha create accompagnano i volumi più morbidi «come la texture dei capi tecnici contrasta con la muscolatura di un atleta».
Dieci tinte indovinate, di cui tre mai viste prima, completano poi il progetto. Con l’aggiunta delle due proposte cromatiche per il tetto a contrasto (nero o rosso, in alternativa naturalmente alle versioni monocolore) nascono ventidue frizzanti combinazioni, da abbinare alle cinque palette in cui si declinano sedili e plancia: in totale sono offerte circa sessanta varianti.
Ma l’autentica sorpresa, che il pubblico conoscerà non prima di maggio 2020, si chiama N Line: un’inedita versione sportiva e morfologicamente molto più grintosa, grazie alle luci diurne specifiche e soprattutto al paraurti anteriore che ne valorizza la larghezza. Così la i10 si accenderà davvero di dinamismo latino.