Sulla nuova Škoda Kodiak cambia un solo lamierato, il cofano motore, ma grazie a pochi altri sapienti ritocchi (concentrati su paraurti e fanalerie) la più generosa delle Suv del marchio ceco ringiovanisce un po’, senza perdere, a quasi cinque anni dal lancio, nemmeno uno spigolo di quel linguaggio “affilato” che sempre l’ha caratterizzata.
Se il frontale indulge in una calandra più alta ed esagonale, guarnita di barrette doppie e, soprattutto, raccordata agli inediti proiettori assottigliati e appunto al nuovo cofano più prominente, sulla coda il profilo inferiore dei gruppi ottici (adesso più aguzzo che mai) ricorda ancora una volta che le origini boeme del marchio siano condivise con una celebre qualità di cristalli. Per ospitare i fanali ridisegnati si è reso necessario un rinnovato fascione posteriore, proprio come accaduto davanti, dove inoltre l’ampia presa d’aria rimodellata permette di ottimizzare l’aerodinamica. Sempre sul piano della gestione dei flussi d’aria, infine, si modifica leggermente lo spoiler sul lunotto, la cui finitura in nero lucido consente peraltro di minimizzare l’ingombro visivo del portellone.
«Abbiamo creato un’auto più matura e dinamica, ma sempre molto robusta esteticamente», spiega Oliver Stefani, a capo del design di Škoda. Che, interrogato sull’influenza dell’elettromobilità nell’evoluzione dei tratti del marchio, ne ridimensiona gli effetti rispetto a questo specifico restyling: «Teniamo molto a comunicare un’identità unitaria, costruita intorno al nostro spirito ceco, ma conservando notevoli differenze fra un’elettrica pura, quale la Enyaq iV, e una termica come la Kodiaq. Pur con reciproche ispirazioni, ogni modello deve esprimere il suo carattere».
Un prisma di sfaccettature, insomma, proprio come un bicchiere dal calice scolpito. Fortunatamente, a tanta acuminata solidità esterna fa da contrappunto un abitacolo come sempre assai accogliente e ben congegnato. Anzi, accanto a modifiche minori nelle cuciture di plancia e selleria in pelle, per la prima volta compaiono gli interessanti sedili Ergo Seats ventilati e massaggianti. «Rivisitare un successo non è mai semplice. Qui la chiave è stata sviluppare il nostro Dna “cristallino” in chiave emozionale», conclude Stefani. «Accadrà anche sui prodotti futuri, uno dei quali è molto importante e vicino». Pronti per un’altra novità “pungente”?