Quali sono gli orizzonti del design automotive? Una domanda resa sempre più attuale dalla crescente diffusione dei modelli elettrici. Per alcuni, le nuove vetture BEV costituiscono la massima espressione dello stile, mentre altri ne considerano troppo “tradizionali” le forme. Marc Lichte, responsabile del design Audi, ha un’idea chiara a riguardo. Negli ultimi mesi, insieme al proprio team, ha osservato e interpretato il cambiamento in atto. Le innovazioni tecnologiche attuali e attese a breve termine consentono di ripensare radicalmente il design dell’auto, proiettandolo nel futuro.

Dopo la e-tron GT, vettura che lei ha definito “l’auto più bella che abbia mai disegnato”, cosa possiamo aspettarci da Audi per il futuro?

Siamo solo all’inizio. Il futuro sarà rivoluzionario. La mobilità elettrica ha cambiato radicalmente la progettazione e la produzione delle vetture. E altrettanto avverrà per il design. Già oggi, il punto focale di un’auto non è più la sezione anteriore, sede tradizionale del motore termico, bensì il pacco batteria collocato tra gli assali. Non solo, la guida autonoma – prevista in un futuro ormai prossimo – e la radicale digitalizzazione delle auto renderanno possibili libertà stilistiche sinora impensabili che rivoluzioneranno le forme dell’automobile come oggi comunemente intesa. Viviamo una transizione epocale, parificabile a quando le carrozze con i cavalli vennero sostituite dalle vetture con il motore a scoppio.

Tra elettrificazione e guida autonoma ci attendono grandi sfide tecniche. Concretamente, quali aspetti cambieranno a livello di design?

La guida autonoma ha scardinato un principio sinora apparentemente immutabile: in futuro, il guidatore non dovrà più tenere costantemente le mani sul volante. Il conducente e i passeggeri godranno di nuove libertà e possibilità: lavoro, intrattenimento, relax. La guida attiva passerà in secondo piano e con essa “strumenti” come il citato volante e la pedaliera. Si schiuderanno eccezionali prospettive a livello stilistico, consentendo di rivoluzionare il design degli interni o, più semplicemente, di massimizzare abitabilità e capacità di carico sino a raggiungere livelli sconosciuti alle vetture tradizionali.

Per gli utenti, l’abitacolo si affermerà come uno spazio di libertà personale; per noi designer, gli interni saranno il nuovo fulcro progettuale. Il processo creativo inizierà rispondendo a una serie di domande inedite: quali sono le esigenze dei Clienti? Desiderano, ad esempio, lavorare, leggere o dormire in auto? Per quale destinazione d’uso concepiamo le vetture: lunghe percorrenze, utilizzo in città oppure svago nel tempo libero? Che aspetto devono avere gli interni per essere funzionali? Ci troviamo al cospetto di una vera e propria rivoluzione copernicana, rappresentata dalla transizione dal car design all’experience design, dalla progettazione dall’esterno verso l’interno all’esatto opposto.

Progettare il veicolo dall’interno verso l’esterno: altri costruttori hanno adottato tale motto da tempo. Perché Audi fa proprio questo orientamento solo ora?

Non si tratta di un semplice slogan, bensì di una nuova concezione della mobilità individuale. È un cambio radicale di paradigma. Immaginiamo, ad esempio, una berlina di lusso tradizionale, lunga oltre 5 metri, dotata di superfici vetrate oscurate e vernice nera. Dove siede il cliente? Al posto di guida? No, molto probabilmente occupa la seduta posteriore destra in configurazione chaise longue e sfrutta l’entertainment di bordo, lasciando all’autista il compito di gestire la vettura. Ebbene, in futuro, quando verrà meno la necessità di “guidare” l’auto, il Cliente potrà sedere anteriormente, godendo di una visuale eccezionalmente ampia e di soluzioni d’intrattenimento parificabili a un home theatre. Per me, questo è viaggiare in prima classe.

Questo inedito approccio può essere interpretato come una profezia o un’anticipazione del futuro?

Nel 2017 e nel 2019, quando svelammo rispettivamente le concept Audi AI:CON e Audi AI:ME, ci ispirammo a una “vision” del futuro. Proiettavamo l’idea di vettura a una distanza temporale compresa tra dieci e vent’anni. Ora, diversamente, lavoriamo a progetti che tengono conto di un rapido passaggio alla produzione di serie. A settembre, ad esempio, in occasione dell’IAA di Monaco presenteremo la show car Audi grandsphere. Un’avanguardistica interpretazione della mobilità nel segmento di lusso nonché un esempio di sviluppo stilistico dall’interno verso l’esterno, definendo in primis le linee e le caratteristiche dell’abitacolo in funzione delle esigenze degli utenti e, solo in un secondo momento, il design della carrozzeria.