L’identità di un marchio con una lunga storia alle spalle è definita anche dai nomi dei suoi modelli. Ed è proprio sulla nomenclatura delle più famose Lancia che Luca Napolitano, ceo di Lancia, e Roberto Giolito, capo del dipartimento Heritage di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth, discutono nel secondo episodio del docufilm sui 115 anni di Lancia. La storia dei nomi dei modelli Lancia trova ispirazione nel patrimonio culturale dell’antica Roma e dell’antica Grecia. Nei primi decenni del secolo scorso tutte le Lancia si identificano con il nome del marchio unito al numero di cavalli fiscali: 12 HP, 18/24 HP, 20/30 HP, 25/35 HP. Nel 1919 arriva un’intuizione che cambia il corso della storia. Vincenzo Lancia vuole conferire alle sue creazioni una identità ancora più forte così, su suggerimento del fratello Giovanni che è uno studioso di lingue classiche, assegna alle sue auto le lettere dell’alfabeto greco classico, ad iniziare dalla Lancia Kappa del 1919.
Negli anni ’30 Vincenzo Lancia decide di omaggiare l’Italia, identificando le sue vetture con il nome di alcune località storiche dell’antica Roma. Si parte con l’Artena e l’Astura, per poi proseguire con l’Augusta, l’Aprilia e l’Ardea. Poi, nel 1931, per poter commercializzare le proprie automobili in Francia, Vincenzo Lancia fonda la “Lancia Automobiles”, dando anche un nome francese alle sue vetture: la “Belna” e la “Ardennes”, ovvero l’Augusta e l’Aprilia, che verranno presentate in anteprima al Salone di Parigi. Nel secondo dopoguerra, con il passaggio dell’azienda a Gianni Lancia, le Lancia cambiano nuovamente nome.
Si continua sul filone della romanità, ma si passa alle vie consolari: l’Aurelia e l’Appia, seguite poi da Flaminia, Flavia e Fulvia. In quel periodo, la Flaminia diventa l’auto del Presidente della Repubblica: si tratta di una versione speciale realizzata nel 1961 in quattro esemplari, in occasione della visita in Italia della Regina Elisabetta II. E, seguendo una tradizione delle Scuderie del Quirinale, ciascun esemplare viene chiamato con il nome di un cavallo purosangue: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito.
Nell’autunno del 1969 il Gruppo Fiat acquista la Lancia e si apre così una nuova era per il marchio e per l’occasione si decide di tornare al logo originario e alle lettere greche per i nomi delle vetture. La prima auto a segnare il cambiamento è la Beta del 1972, seguita nel 1976 dalla Gamma e dalla Delta nel 1979. La tradizione dei nomi classici proseguì poi con la Prisma (1982), l’ammiraglia Thema (1984) e via via fino alle recenti Thesis e Phedra nel 2002 e alla Delta di terza generazione nel 2008. E arriviamo così alla nuova Ypsilon (2020), l’erede di un best seller che in 35 anni di storia, 4 generazioni e 35 serie speciali ha saputo essere sempre attuale, affermandosi come Fashion city car con più di tre milioni di unità vendute. Quali nomi sceglieranno i manager del costruttore torinese per Lancia del futuro?