Le concept car Audi della famiglia “sphere” – Grandsphere, Urbansphere e Skysphere – appaiono tutte insieme durante uno shooting fotografico in una vecchia fabbrica di locomotive vicino a Monaco di Baviera. Dopo il servizio fotografico le vetture sono partite per la California, direzione Pebble Beach dove verranno esposte in occasione degli eventi legati al concorso d’eleganza. «Ciascuna di questa concept car nasconde i segreti che troveremo nella produzione del futuro», dice Immo Redeker, responsabile del design degli interni Audi. Ripercorriamo la storia di questi tre prototipi che, nelle parole di Marc Licthe, capo del design Audi, «segnano l’inizio di un nuovo corso stilistico per il brand».

Audi Grandsphere

La Grandsphere introdotta in settembre 2021 al Salone di Monaco nasconde un futuro da produzione in serie: «L’impronta a terra ricorda molto un’attuale A8, ma l’abitacolo, da cui siamo partiti nel progettare, si è trasformato in uno spazio flessibile e altamente accogliente. Un’idea di “lusso progressivo”, come diciamo qui, che prefigura molto dell’automobile di domani». Come se, in qualche modo, si accordasse di spiare un frammento di futuro. Di sicuro sotto la generosa silhouette apparentata a una coupé a cinque porte, «ma costruita con rapporti fra i volumi che personalmente non avevo mai visto», si dispiega un rovesciamento dei canoni funzionali delle odierne ammiraglie, in cui la prima fila di sedili assume la maggior importanza (grazie all’assenza dell’autista) e può scorrere indietro definendo un ambiente di assoluto, opulento relax per i percorsi autonomi.

Audi Urbansphere

L’Audi Urbansphere è la concept dalle dimensioni più generose all’interno della famiglia “sphere” oltre che il prototipo Audi più grande di sempre. Lunga 5,51 metri, larga 2,01 metri e alta 1,78 metri, rompe le convenzioni stilistiche del segmento, in quanto – come accennato – sviluppata dall’interno verso l’esterno: definendo in primis le linee e le caratteristiche dello spazio attorno ai passeggeri, identificato come “sfera” (sphere in inglese) delle loro esigenze, e solo in un secondo momento le forme della carrozzeria. Il passo di ben 3,40 metri favorisce l’abitabilità e non ha eguali tra i competitor. L’abitacolo non è assoggettato alla necessità di stipare il maggior numero possibile di sedili, vani portaoggetti ed elementi funzionali in un volume limitato, bensì è orientato all’esigenza dei passeggeri di avere a disposizione uno spazio straordinariamente ampio.

Le porte di Audi urbansphere concept si aprono a libro. Data l’assenza del montante centrale, l’abitacolo si presenta sin da subito in tutta la propria ampiezza. I sedili che ruotano verso l’esterno e il tappeto di luce rossa proiettato al suolo, denominato “red carpet light”, trasformano l’accesso a bordo in un’esperienza raffinata e all’insegna del comfort. L’abitacolo è caratterizzato da quattro sedute singole disposte su due file. I sedili posteriori possono contare su dimensioni eccezionalmente generose e molteplici possibilità di regolazione. Reclinando gli schienali sino a 60 gradi si ottiene una posizione di perfetto riposo, accentuata dall’estensione dei supporti per le gambe. Durante una conversazione, un passeggero può rivolgersi agevolmente al proprio interlocutore ruotando il sedile. Chi invece desidera la massima privacy, può isolare la zona del capo mediante lo schermo retrostante il poggiatesta.

Audi Skysphere

La Skysphere è una GT cabriolet che anticipa i canoni stilistici che il costruttore tedesco adotterà per i suoi modelli di domani. La Skysphere è stata progettata in maniera completamente virtuale presso l’Audi Design Studio di Malibù diretto da Gael Buzyn, mentre il modello fisico è stato costruito presso la sede centrale di Ingolstadt. «Le nuove tecnologie ci hanno consentito di creare un modello unico tra elettrificazione, digitalizzazione e guida autonoma», dice Buzyn. A seconda della modalità di guida selezionata la Skysphere cambia completamente carattere e fisionomia. «In GT Mode la guida è autonoma. Dal cruscotto scompare il volante e la vettura si allunga di 250 millimetri, consentendo il massimo passo per un viaggio in totale relax». In questa modalità la vettura è lunga 5,19 metri. In Sport la Skysphere è in grado di accorciarsi arrivando a una lunghezza di 4,9 metri, mentre volante e pedali tornano al loro posto originario. «Questa è la modalità studiata per ottenere il massimo piacere di guida anche grazie alla potenza totale di sistema di 465 kW e 750 Nm di coppia».

«Gli interni sono stati disegnati intorno a guidatore e passeggeri». Nella modalità autonoma l’abitacolo è uno spazio aperto, l’elemento principale è il grande pannello a tutta larghezza (1.415 mm) che mostra le funzioni multimediali della vettura. I passeggeri si accomodano su due grandi poltrone e si godono il viaggio circondanti da materiali di pregio che creano un ambiente lussuoso e moderno. «Al tocco di un tasto situato nel mezzo della consolle centrale la Skysphere si può trasformare da ammiraglia di lusso a sportiva ad alte prestazioni. Siamo riusciti a disegnare due auto in una», conclude Gael Buzyn.