Non si tratta di una nuova avventura del Prof. Robert Langdon, protagonista dei romanzi thriller di successo di qualche anno fa, e tanto meno di far riferimento alle opere dello scrittore statunitense. Piuttosto “Il Codice De Silva” edito da Artioli Editore 1899 e scritto da Walter De Silva è un romanzo dell’automotive il cui vero protagonista è il Design. E non è certo un caso che per l’evento di presentazione sia stato scelto l’ADI Design Museum, sede del Compasso d’Oro. Scorrendo le pagine del libro si può apprezzare un racconto che ha lo scopo di soddisfare la curiosità di chi vuole conoscere meglio il car design e soprattutto i meccanismi che agiscono all’interno di alcune delle case automobilistiche più influenti, attraverso aneddoti ed episodi entusiasmanti che illustrano come nasce lo stile di un’automobile e come si arriva alla sua realizzazione.
Dalla narrazione delle discussioni, a volte anche piuttosto accese, che portano al raggiungimento di un ragionevole compromesso per portare a compimento il progetto alla storia di come si arriva al vertice della divisione “Design” di una grande casa automobilistica. Sono questi i contenuti della autobiografia tecnica di Walter De Silva, uno dei miti del car design con esperienze al vertice in Fiat, Alfa Romeo, Audi, Seat, Volkswagen, Skoda, Lamborghini, Bentley e Bugatti, oltre che con contatti diretti in Ducati e Porsche. Una lunga vicenda, raccontata da De Silva in forma brillante e spontanea, nel classico stile dell’autore che è riuscito a trasferire sulla carta la propria capacità espressiva nel design, compresi gli stati d’animo, il pathos, umori e malumori, che hanno caratterizzato la genesi delle tante automobili che ha firmato. Tanti i disegni originali, pubblicati accanto al testo. Il racconto di De Silva, procede agile grazie alla frammentazione in episodi, molti dei quali vedono protagonisti l’autore e nomi celebri del gotha motoristico mondiale, come gli ingegneri Ghidella e Cantarella (protagonisti del complicato periodo attraversato dal Gruppo Fiat negli ultimi anni dello scorso secolo), l’Avvocato Agnelli e il fratello Umberto.
E poi, i vertici del Gruppo Volkswagen, dove comandava un monarca geniale e assoluto, il professor Ferdinand Piëch, nipote di Ferdinand Porsche. Colui che ha voluto Walter De Silva nel Gruppo. I veri protagonisti sono tutti i celebri modelli del designer milanese, come i prototipi Alfa Romeo Proteo e Nuvola e le berline 156 e 147. Ancor di più i modelli studiati e progettati per il Gruppo VW, tra i quali brilla l’Audi A6 di terza generazione, sulla quale ha debuttato la celebre calandra definita “single frame”, dal disegno coraggioso, che abbraccia l’intera zona anteriore e che da allora (2004) caratterizza l’intera produzione Audi. Sono ricordi di giornate “infernali”, racconta l’autore, costellate di successi ma anche di battaglie senza esclusione di colpi per affermare le proprie idee. Ecco gli ingredienti principali che suonano quasi come un vero e proprio codice da seguire per comprendere la disciplina del car design e il funzionamento di alcune delle case automobilistiche in un settore che, nonostante stia vivendo una profonda trasformazione, si fonda ancora sulla passione e la creatività di chi ha il compito di progettare nuovi prodotti, dovendo fare i conti con i vincoli sempre più stringenti imposti dalla transizione verso una mobilità sostenibile che si vorrebbe solo elettrica entro pochi anni.