«Un po’ berlina, un po’ coupé, un po’ pickup. La Activesphere è un’auto dalle mille personalità». Marc Lichte, capo del design Audi, ci racconta la quarta e ultima concept car della famiglia “sphere”: dopo Skysphere, Grandsphere e Urbansphere ecco l’Audi Activesphere. Disegnata presso l’Audi Design Studio di Malibu, California, diretto da Gael Buzyn, nelle parole del suo capo progetto, Charles Lefranc, «si tratta di un’avanguardistica crossover coupé che abbina l’eleganza di una Sportback, la praticità di un Suv e le doti fuoristradistiche di una 4×4 dura e pura». Date le generose dimensioni – 4,98 metri di lunghezza, 2,07 metri di larghezza e 1,60 metri di altezza – Audi activesphere concept rientra a pieno titolo nel segmento high-end. Tipico di un’auto elettrica, l’interasse di 2,97 metri garantisce ampio spazio per le gambe dei passeggeri. La vettura, dal look marcatamente muscolare, dissimula gli ingombri grazie agli sbalzi contenuti e alla linea da Sportback.

L’assenza di spigoli vivi si traduce in transizioni fluide fra superfici concave e convesse, mentre i cristalli costituiscono una parte significativa della carrozzeria, come rimarcato dal portellone e dal cielo dell’abitacolo. Il frontale dell’activesphere concept evoca il family feeling del brand, ma abbraccia il futuro grazie al single frame trasparente che schiude ai passeggeri un’inedita visuale sulla strada. I generosi passaruota sottolineano la presenza della trazione integrale quattro elettrica e le prestazioni fuoristradistiche della vettura, la cui luce dal suolo può essere aumentata o ridotta di 40 mm rispetto all’assetto standard di 20,8 cm da terra, andando a favorire rispettivamente la mobilità off-road oppure l’aerodinamica e, conseguentemente, l’efficienza.

Se Audi skysphere aveva introdotto l’interasse variabile, Audi activesphere concept si spinge oltre, facendo della metamorfosi una delle proprie peculiarità. La zona posteriore della vettura, pur consentendo il trasporto di attrezzature sportive voluminose, non tradisce il profilo Sportback, confermandone anzi l’eleganza e la pulizia delle linee. Qualora il conducente lo desideri, il lunotto scorre longitudinalmente, andando a sovrapporsi al tetto in cristallo, mentre la sezione inferiore del portellone si abbatte similmente alla sponda di un pick-up, schiudendo uno spazio di carico denominato “active back” e attrezzato per il trasporto di due e-bike. I montanti C non subiscono alterazioni, confermando il dinamismo stilistico dell’auto, mentre una paratia elettrica si alza alle spalle delle sedute posteriori, isolando l’abitacolo.

La show car porta al debutto l’innovativo concept di gestione delle funzioni e delle informazioni di bordo denominato Audi Dimension. Cuore del sistema, che combina mondo fisico e mondo virtuale dando vita alla mixed reality, sono gli avanguardistici occhiali per la realtà aumentata. Questi si spingono oltre i tradizionali visori VR, sovrapponendo al mondo fisico i contenuti digitali 3D. Questo modello è la prima Audi ad adottare la tecnologia Audi Dimension, forte di un’inedita dimensione interattiva: con precisione ottica senza precedenti, massima risoluzione e marcato contrasto, il sistema porta display e superfici touch, non percepibili a occhio nudo, nel campo visivo del guidatore. L’utente può quindi fruire di molteplici strumenti e contenuti virtuali. E qualora concentri lo sguardo su di un’informazione, dimostrando interesse, il sistema fornisce ulteriori dettagli. I contenuti informativi diventano così elementi in grado di reagire ai comandi gestuali. La mano del guidatore, ad esempio, può seguire la linea dello sguardo per scorrere tra le funzioni dell’auto, mentre l’interfaccia utente – ovvero il display virtuale generato dal visore – reagisce ai gesti come uno schermo convenzionale. In aggiunta, i comandi virtuali, come la replica digitale dei satelliti alle portiere, si collocano adattivamente nello spazio favorendo l’interazione con il conducente.

Design story completa su Auto&Design no. 259