C’è un filo conduttore che dal 1947 fa battere il cuore dei ferraristi: è il motore V12. Un vero mito, essenza stessa delle Rosse, parola di Enzo Ferrari: “Questo è il nostro propulsore per eccellenza, quello con cui siamo nati e che ci definisce”. Da qui è partita la genesi della 12Cilindri, supersportiva che ha la leggenda nel nome: «Esiste un modo migliore per celebrare un mito se non dedicargli un nuovo modello?», dice Flavio Manzoni, capo del design Ferrari dal 2010 e autore di oltre 60 rosse che incontriamo al centro stile del Cavallino.
Sguardo al futuro
Due posti, motore anteriore-centrale, trazione posteriore: la 12Cilindri raccoglie l’eredità delle Gran Turismo Ferrari degli Anni 50 e 60, ma guarda al futuro: «Sarebbe un errore riferirsi solamente al passato, in Ferrari guardiamo sempre al futuro e con la 12Cilindri abbiamo inaugurato nuovi codici stilistici attraverso linee semplici e armoniche. Abbiamo abbandonato l’idea di ricercare nei nostri modelli tratti umani, evolvendo il concetto di griglie che sembrano bocche e fari che assomigliano a occhi. La 12Cilindri ha una presenza così forte da essere considerata nella sua essenza, senza richiami stilistici ad altri mondi – continua Manzoni, indicando la fascia nera che si estende a tutta larghezza sul frontale –. Questa? Strizza l’occhio alla Daytona, unisce i due proiettori a Led sottilissimi e offre una nuova interpretazione formale dell’anteriore».
Scultura in movimento
Gli esterni sono stati concepiti come una scultura che ha preso forma per sottrazione di materia dal pieno. «Ecco perché lo stile è guidato sia da uno spirito fortemente innovativo, sia da un rigore formale». Il posteriore della 12Cilindri è essenziale, privo di elementi puramente decorativi e con i fanali incastonati nella carrozzeria come pietre preziose nella montatura di un gioiello.
L’aerodinamica invisibile
Gli scarichi, composti da quattro elementi, hanno una forma inedita: sono infatti incorniciati da un carter metallico allo scopo di ridurre la percezione degli ingombri e restituire un aspetto più compatto. La purezza delle forme è garantita da poche appendici aerodinamiche visibili, mentre le altre sono nascoste e si attivano solo all’occorrenza, quando le condizioni prestazionali lo richiedono. «Al posto di uno spoiler posteriore tradizionale si è scelto di utilizzare due appendici che sono integrate nel lunotto e si attivano autonomamente», spiega Andrea Militello, Head of GT Cars Exterior Design.
Ogni dettaglio ha una ragione
Sulla 12Cilindri ogni elemento stilistico non è fine a sé stesso, ma risponde a un’esigenza tecnica, in un infinito compromesso tra ingegneria e design che genera sfide continue: «Molte volte vinciamo noi – racconta sorridendo Manzoni –. Sulla 12Cilindri ad esempio volevamo il cofango (cofano, parafanghi e paraurti sono integrati in un unico elemento, NdR), complicato da realizzare e più pesante rispetto a un cofano tradizionale, ma unica soluzione possibile per ottenere volumi così puri».
Tre livelli per gli interni
La progettazione degli interni ha seguito una suddivisione su tre livelli: «Il primo, definito dalla parte superiore della plancia, si innesta sulla zona sellata dei pannelli porta. Poi c’è la zona centrale e infine le vasche e i sedili», spiega Fabio Massari, Head Of GT Cars Interior Design. Altrettanti i display nell’abitacolo: uno davanti al guidatore (15,6 pollici), uno centrale (10,5 pollici) e uno per il passeggero (8,8 pollici). Per essere al passo con i tempi gli interni fanno ampio uso di materiali sostenibili, tra i quali l’Alcantara in poliestere riciclato al 65%.
(Articolo completo su A&D n. 267)