Con le ultime evoluzioni della gamma, non soltanto elettrica, Kia ha dato nuova sostanza al suo costante progresso verso un posizionamento sempre più vicino alla fascia premium. Lo ha fatto rinnovando soprattutto l’alto di gamma, con il lancio di EV9 che ha ispirato anche il successivo aggiornamento di Sorento secondo la filosofia “Opposites United”, che potremmo tradurre liberamente in “Armonia degli opposti”. In questa visione si fondono appunto obiettivi all’apparenza distanti tra loro come la ricerca della qualità e della sostenibilità, dell’eleganza e della praticità, e gli sforzi di Kia per creare un linguaggio espressivo davvero universale, trasversale ai mercati, ai gusti e ai segmenti.
Concepire un’auto per tutti i mercati
Linguaggio che ora la nuova EV3 vuole trasferire, insieme alle ambizioni del marchio, nel centralissimo segmento dei Suv compatti. Karim Habib, dal 2019 Executive Vice President e Head of Global Design di Kia dopo importanti esperienze in BMW, Mercedes-Benz e Infiniti, ci ha spiegato durante l’anteprima della EV3 a Milano cosa significa concepire un’auto del genere per tutti i mercati.
Crescita del marchio
«In questo momento ci concentriamo soprattutto su due obiettivi: il primo è la usability, la praticità, il secondo è esprimere il valore che stiamo cercando di dare al marchio in questa fase di crescita, facendo in modo che possa essere percepito allo stesso modo su mercati differenti. Non significa fare auto che piacciano a tutti, se volessimo questo andremmo in una direzione sbagliata».
I gusti sono dunque ancora così differenti da un mercato all’altro?
No, ci sono punti in comune tra un certo tipo di clientela indipendentemente dalla latitudine. Da designer, io credo piuttosto che il livello del design oggi si sia elevato molto a livello globale, sta diventando sempre più difficile vedere auto non ben fatte.
Quindi, su che presupposti nasce quindi la EV3?
Un buon design per noi inizia con un passo lungo, sbalzi corti e ruote grandi, tutte caratteristiche favorite dalle nuove piattaforme elettriche. Però è anche importante avere un proprio carattere e curare l’aerodinamica, e questo ci ha spinto verso linee molto dritte come quella del tetto, lunga e bassa. Abbiamo voluto definire l’interno dell’auto come uno spazio per vivere e non soltanto per guidare, quindi allo stesso modo anche per l’esterno siamo stati ispirati da idee non tipicamente automobilistiche, che prendono spunto anche da altre discipline come l’architettura.
Lo spazio interno ha quindi influenzato la forma e non il contrario?
Abbiamo cominciato con la EV9 a lavorare con l’idea di puntare su volumetrie squadrate come quelle dei classici fuoristrada Land Rover, Toyota e Jeep, ma dando loro un’interpretazione più dinamica. Le linee sono orizzontali per accentuale lunghezza, larghezza e presenza su strada. Dentro, la plancia sviluppata in orizzontale è fondamentale per trasmettere l’idea di spazio, ben separata dal tunnel centrale, eliminando la classica consolle che farebbe da connessione e riposizionando dei componenti, come i comandi della climatizzazione.
(Articolo completo su A&D n. 268)