Una conversazione con Michele De Lucchi – architetto, designer, professore alla facoltà di design dell’Istituto universitario di Venezia – traccia il profilo di una vita scandita da innumerevoli esperienze a partire dagli Anni 80 fino ad oggi. Alberto Bassi ripercorre insieme al protagonista le tappe fondamentali di una carriera che spazia dall’architettura all’arredamento.
De Lucchi ha riprogettato l’intero sistema delle Poste Italiane, dagli uffici a tutti gli aspetti della comunicazione, a cominciare dalle famose colorate immagini di paesaggi italiani che campeggiano su auto e furgoni marcati Poste. Ha seguito diversi interventi di visual design e allestimento per Telecom Italia, compresi i Future Centre, veri e propri showroom degli scenari presenti e futuri legati all’evoluzione delle tecnologie. Suoi sono i nuovi contatori Enel, bianchi ed elettronici, che hanno cominciato a essere introdotti nelle nostre case; e sempre per Enel va progettando anche centrali elettriche. Senza dimenticare la lampada da tavolo a braccio snodabile Tolomeo, presenza obbligata in numerosissimi ambienti di lavoro e abitazioni.
Nella storia di De Lucchi ci sono state almeno due esperienze decisive. La presenza all’interno del gruppo Memphis, vera fucina di riflessioni sul design, e la frequentazione col fondatore del movimento Ettore Sottsass jr, maestro indiscusso di un’intera generazione di giovani architetti, assertore di un’idea articolata, complessa e utilmente dubbiosa del design.
È agevole e naturale quindi dialogare con De Lucchi attorno a quella particolare categoria di oggetti di design che il critico Gillo Dorfles ha definito ad uso superindividuale: prodotti tecnici, di servizio, spesso di utilizzo pubblico, la cui progettazione richiede attenzioni e competenze specifiche.
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