Prendendo spunto dalla recente presentazione della BMW Concept Coupé Mille Miglia, Robert Cumberford riflette sul ruolo delle concept car nell’attuale panorama del design automobilistico. La BMW è un prototipo vero, con una vera funzione di ricerca e anche
di sogno, ma quante delle cosiddette concept car che vediamo nei motor show internazionali lo sono davvero?
Basta pensare all’ultimo lotto di Mini station wagon, attraenti e ricche di idee interessanti ma che non vedremo mai più. È forse difficile intravedere la Logan station wagon nell’involucro del “prototipo” Dacia Steppe? Sospetto che il pubblico cominci a essere stanco di queste anticipazioni prive di carattere concettuale.
Il design è un lavoro impegnativo e deve essere intrapreso con serietà, ma la gioia della creazione dovrebbe trasparire nelle concept car presentate ogni anno e anche nel modellato delle vetture di produzione: vedere l’ennesima variante di un grande design originale, come è successo alle Volkswagen Golf per più di tre decadi, è senz’altro deprimente. Sono un po’ sorpreso anche riguardo a icone come la Porsche e la Ferrari.
Davvero non c’è alternativa alla reiterazione dei modellati degli anni Cinquanta?
La tentazione di prendere una vettura prossima alla produzione, fornirla di interni lussuosi e nuovi gruppi ottici e presentarla come concept car deve essere forte per il marketing,
ma questa operazione non fa altro che deludere gli eventuali acquirenti che si chiedono perché i loro interni abbiano invece un aspetto così insignificante e a buon mercato.
Per evitare che il design entri in un periodo di stagnazione le concept car dovrebbero essere realmente più frivole, più divertenti, più sperimentali e sì, più concettuali.
Prima scompariranno le anticipazioni preproduzione, meglio sarà.
L’articolo continua su Auto & Design n. 159