Design, prima di tutto. Ogni vettura ha una cornice ideale per il suo debutto e la nuova Audi A8 l’ha trovata al sole della Florida in occasione di Design Miami e Art Basel Miami Beach. Due eventi – sponsorizzati già da alcuni anni dalla stessa Audi – che ad inizio dicembre trasformano la città americana in una capitale mondiale del design. Un’occasione per mostrare come il marchio dei quattro anelli interpreti il prodotto di lusso: altissima qualità e cura del dettaglio in una forma pulita, a tratti quasi minimalista e in forte relazione con le tendenze più attuali del design contemporaneo.

Imponente nelle dimensioni – è lunga 5137 mm e larga 1949 mm – tanto da superare sia buona parte della concorrenza del segmento F europeo, sia la precedente A8, è costruita come quest’ultima interamente in alluminio, con telaio ASF (Audi Space Frame). Solo l’altezza, 1460 mm, risulta più contenuta rispetto alla media delle rivali tedesche: ed è con questa proporzione che la nuova A8 esprime in particolare il suo carattere di berlina dal dna sportivo, con una silhouette slanciata e un padiglione che scende verso la coda con un raccordo morbido e un lunotto decisamente inclinato.

Inconfondibile e di forte presenza il frontale con la calandra single frame affiancata da gruppi ottici molto tecnologici. Un look che guarda al futuro, come conferma il capo di Audi Group Design Wolfgang Egger: «Con la A8 inizia una nuova generazione di vetture. Per noi è un modello importante perché esprime l’eleganza sportiva e il “lusso essenziale” che vogliamo instillare in tutte le nostre automobili. E’ ben evidente anche nell’interno, dove legno e alluminio non sono più semplici modanature ma parti strutturali della plancia, come negli oggetti di arredamento». Arte e design di prodotto diventano dunque riferimenti imprescindibili. Ma non basta: «Buon design, alta tecnologia e materiali pregiati sono gli ingredienti principali, ma altrettanto importanti sono le emozioni della vita di ciascuno. Questo approccio emozionale implica una relazione speciale con gli oggetti che utilizziamo. Per questo non consideriamo le nostre vetture come oggetti commerciali».

L’articolo continua su Auto & Design n. 180

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