Mai prima d’ora Maserati ha avuto nella sua gamma due berline contemporaneamente. Due vetture autonome in quanto ad identità ma complementari, spiega il design vice President di Fiat Chrysler Lorenzo Ramaciotti: «Quattroporte e Ghibli si completano nello spirito. La prima è una grande berlina con le caratteristiche dell’auto di rappresentanza, una limousine sportiva dal disegno però volutamente più sobrio e dall’eleganza understated. La Ghibli invece, oltre ad essere più compatta, è una driver’s car. È più aggressiva, con segni ben visibili a rimarcarne le doti dinamiche».
Tre decimetri sottratti alla lunghezza consegnano proporzioni subito diverse, con il passo accorciato e il padiglione spostato nettamente all’indietro. «Sulla Quattroporte le linee erano più raccordate, qui ciascuna è trattata come un accento dinamico», fa notare Marco Tencone, il quale nel suo ruolo di responsabile del design Maserati ha guidato entrambi i progetti. «La Ghibli ha un design più nervoso, scattante, evidenziato dalla costruzione volumetrica per elementi accorpati, ancora prima che dai segni grafici».
Molto particolare è anche il modo in cui il padiglione si chiude sulla coda compatta, spalleggiato lateralmente dai tipici montanti triangolari Maserati appoggiati sui parafanghi posteriori, in un’area dove si crea un interessante convergenza delle linee di carattere che connotano il fianco: una è alla base del corpo vettura e risale decisa verso l’alto alla fine della porta posteriore, mentre l’altra, in opposizione a questa e alla linea di cintura, vira verso il basso dopo aver attraversato la fiancata all’altezza della maniglia anteriore, creando una sorta di disegno ad Y con il parafango.
Anche all’interno la Ghibli è stata concepita con un concetto complementare a quello della Quattroporte: là c’è senso di continuità e di unione nella plancia, mentre sulla Ghibli guidatore e passeggero hanno un loro cockpit separato, con due ambientazioni diverse, anche se condividono l’infotainment centrale e l’immancabile orologio con il tridente.
Il concetto della simmetria con il doppio cockpit è individuato anche attraverso il colore: le due “selle” appoggiate sulla plancia sono un’estensione cromatica dei sedili; lo stesso colore è quindi ripreso da un inserto che attraversa le porte in corrispondenza dell’appoggio per il braccio. Il tema è evidente sin dai primi bozzetti della ricerca per l’interno, condotta dapprima da Giancarlo Concilio (ora non più allo stile Fiat), e nella fase finale da Gianni Colonnello, mentre l’esterno è stato portato avanti dal chief designer Giovanni Ribotta. Si deve al team di Rossella Guasco, responsabile dell’Area Colore, e alle sue designer Danila Giordano ed Elisa Nuzzo la scelta dei materiali e degli abbinamenti cromatici, fondamentali per una Maserati e per cui era richiesto un ambiente “fatto a mano in Italia”.
Articolo completo su Auto & Design n. 202