“La regina del salone è una concept car Audi”. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il salone in questione non è uno dei tanti dell’automobile, bensì quello dell’elettronica di consumo e dell’industria digitale. Anzi, il più importante fra le rassegne hi-tech: il Consumer Electronic Show di Las Vegas. Ai primi di gennaio, proprio al Ces, tra schermi curvi, tablet, smart-phone e tanti, tantissimi gadget che si indossano, l’automobile non ha avuto più come nelle passate edizioni un marginale ruolo da comparsa, bensì una parte da attrice protagonista. Siamo all’alba della nascita della smartcar, la macchina con la tecnologia che da accessorio diventa elemento portante della sua evoluzione.
Ed ecco che la casa dei quattro anelli ha scelto anche quest’anno la vetrina del Nevada per un’anteprima di livello: la plancia della futura TT, che ha replicato la sua apparizione nel Concept Allroad Shooting Brake esposto qualche giorno dopo al Naias di Detroit che prefigurava sia soprattutto la futura sportiva di Ingolstadt, sia (in parte) elementi che faranno parte del linguaggio stilistico del Suv compatto Q1.
Ma torniamo alla plancia, dove il quadro strumenti è totalmente a digitale, con una grafica tridimensionale tanto sofisticata da poter visualizzare, in 3D appunto, tutta una serie di informazioni, con un’interfaccia utente immersiva e mai vista prima in un’auto. Sembra di stare di fronte a un videogame con il navigatore e gli strumenti in sovraimpressione. Il tutto è configurabile a piacimento per grafica e temi. Esattamente come si fa con un computer, anzi, meglio, con uno smartphone o un tablet. E non a caso. Visto che la tecnologia che lo rende possibile è quella di Nvidia, lo specialista in microprocessori soprattutto quelli che sono al cuore dei device portatili. Il silicio firmato da Nvidia del resto ha già incontrato le auto della marca tedesca (a partire dall’ultima generazione di A3) e ora la collaborazione verte oltre che sulla creazione di questo rivoluzionario pannello digitale, con chip Tegra di nuova generazione sulla realizzazione di un sistema per l’infotainment di nuova generazione per le connected car e del primo tablet per l’automotive al mondo a essere completamente integrato nel sistema della vettura.
Ed è proprio al Ces che è stato celebrato un nuovo matrimonio tra automobile e tecnologia: Google infatti ha lanciato la Open Automotive Alliance, con l’obiettivo di portare il sistema operativo Android, già dominante negli smartphone, a bordo delle auto. Il nome ricorda, infatti, quello della “santa” alleanza Open Handset Alliance che portò setti anni fa “Big G” a creare Android, con un pool di costruttori e software house. Ora tocca alle auto, con una mossa che porta Google ad aumentare il passo rispetto a Microsoft (al palo con Ford e il suo Sync) e ad Apple che fa accordi con le singole case automobilistiche per integrare iPhone e Siri a bordo delle vetture. Qui invece la posta è più ampia: la creazione di un software di base, libero e aperto, per la connected car, anzi per la nascente smartcar.
Lo si era intuito da tempo che l’auto e le tecnologie digitali erano destinate a trovare una strada comune, un nuovo slancio evolutivo per conquistare i giovani, i nativi digitali, quelli che senza Facebook e Twitter non possono stare e magari anche quei tanti che vorrebbero, almeno nel traffico, avere un’auto che si guida da sola. Ma anche tutti coloro che quando salgono su un’auto, salvo che non sia davvero moderna, hanno la sensazione di fare un salto indietro nel tempo, quando internet non c’era e la televisione era catodica, analogica come gli strumenti dei suoi cruscotti, destinati a un declino inarrestabile, sostituiti adesso da schermi a cristalli liquidi e in futuro da quelli Oled. Dietro questa sigla si nasconde una grande innovazione. Si tratta di pannelli composti da diodi luminosi organici: Organic light-emmiting diode (Oled). Ogni singolo pixel si “illumina da solo” al contrario dei pannelli Lcd che hanno bisogno di una fonte di luce (led, ma anche lampade) che retro-illumini il pannello. Caratteristica degli display Oled, già usati in smartphone di nuova generazione come Samsung il Note3 e in televisori di fascia top, è la possibilità di essere anche curvi e flessibili. Al Ces lo schermo tv curvo, Lg e Samsung hanno fatto a gara, è stato uno dei grandi protagonisti, e non è difficile immaginare per questi schermi, molto luminosi e versatili, un futuro anche in automobile. Le luci “a stato solido”, i cosiddetti Led (Light emitting diode) hanno già rivoluzionato lo stile esterno delle auto permettendo di creare gruppi ottici di nuova concezione che non solo sono meno voraci di energia elettrica ma possono essere organizzati facilmente per creare le ormai diffuse firme luminose. Con gli Oled la rivoluzione dei pixel luminosi sale a bordo e non è difficile immaginare, al posto dei rigidi e squadrati pannelli Lcd, difficili da “vestire”, display curvi plasmati sulla plancia e gestiti con comandi gestuali o touch, oppure che dialogano con uno smartwatch. Ed è un futuro possibile, almeno fino alla prossima rivoluzione di una tecnologia elettronica che evolve sempre molto più velocemente di quella (meccanica) dell’automobile.
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