Andare oltre la concezione tradizionale del trasporto automobilistico non è facile, ma lo sviluppo del concetto di guida autonoma, che si sta facendo largo ad ogni livello nella filiera progettuale di questo settore, apre a nuovi scenari di libertà stilistica e concettuale.
Anche gli studenti della settima edizione del Master in Transportation & Automobile Design della Scuola del Design del Politecnico di Milano, in collaborazione con Volkswagen Group, si sono trovati ad affrontare questo tema controverso che non manca di far discutere i professionisti dei grandi marchi su scala mondiale.
Il briefing, “Automobili a guida autonoma per i collegamenti inner & inter city”, assegnato dai tecnici Audi e Volkswagen (i due marchi coinvolti nel progetto) in accordo con la direzione del Master, ha permesso ai giovani designer, organizzati in quattro team, di esplorare la contrapposizione tra le potenzialità e le criticità di questa nuova frontiera del trasporto.
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Audi “4senses” di Fabrizio Buonomo, Giuseppe Romano e Pasquale Smimmo.
Un’auto che si rivolge a un target particolare e mai considerato in precedenza, l’utente non vedente, con soluzioni originali progettate per renderne confortevole e sicura l’esperienza a bordo, coinvolgendolo il più possibile attraverso la stimolazione dei sensi alternativi alla vista. Speciali diffusori emanano odori e suoni che riproducono l’ambiente circostante e una particolare superficie – ispirata all’installazione “Megafaces” creata da Asif Khan per i giochi di Sochi – riproduce, attraverso piccoli pistoni idraulici, le scansioni dei monumenti incontrati durante il viaggio. Tutti gli elementi sono volti ad accogliere al meglio l’utente, dal pannello in legno che circonda la vettura e propone informazioni in Braille utili all’accesso, alle due sedute interne contrapposte, con uno spazio antistante dedicato ai cani guida.
Audi “Flò” di Daniel Ferrari, Salvador Reyes Guardado, Ramprasadh Selvarajah.
Ispirata al falò e ai suoi aspetti di convivialità e condivisione, questa vettura dalla forma ellittica vuole stimolare l’interazione tra i passeggeri. L’uso di materiali a memoria di forma permette di riconfigurare le sedute, da panca con tavolo centrale a coppia di chaise longue, trasformando l’ambiente interno in funzione del viaggio e della quantità di persone a bordo. Il confine tra automotive e product design è molto sottile in questa proposta bi-direzionale dalla forma compatta e curiosa, ispirata alla razionalità formale della caffettiera Braun degli Anni 70.
Volkswagen “Bull.e” di Gianluca Bartolini, Mithun Ekanath e Jacopo Giovanardi.
Il progetto si basa sull’iconico T1, conosciuto anche come Bulli, reinterpretandone il design in chiave moderna ed essenziale sempre rispettando il linguaggio formale logico e razionale che caratterizza il marchio tedesco. Le varie configurazioni interne vogliono rispondere alle diverse concezioni di “camping” reinventandone lo spirito, sia che si tratti di una famiglia con figli, di un surfista solitario o di una compagnia di amici all’avventura. Grazie all’impiego di materiali smart capaci di adattarsi e riconfigurarsi in base alle esigenze, questo veicolo è una vera e propria casa in movimento che integra le funzionalità della storica “maggiolina” sul tetto in una superficie centrale a soffietto capace di regalare oltre 50 cm di altezza abitabile nella configurazione camper.
Audi “Red” di Agostinho Peiter Gustavo Bernardi e Lorenzo Marelli.
Un’auto per stupire e creare aspettativa, una proposta che nasce pensando all’arrivo dei Vip sul redcarpet delle principali manifestazioni mondane, alla folla che aspetta il proprio idolo e ai fotografi pronti a scattare. Di dimensioni imponenti e proporzioni inusuali – in particolare nell’altezza da terra – la vettura chiusa cela il sistema di ingresso, una portiera scenografica che, con i suoi 219 cm di apertura in altezza, permette un accesso al veicolo in posizione eretta. Le esplorazioni formali che hanno portato allo sviluppo delle forme inconsuete di questa proposta sono state molte e hanno focalizzato l’attenzione principalmente intorno alla caratteristica apertura, riconfigurando gli aspetti estetici e i volumi, nonché lo studio dell’architettura in funzione di questa caratteristica.