JAGUAR C-X75, UN’AUTO VENUTA DAL FUTURO (Auto&Design N.186/2011)
E’ impossibile parlare della Jaguar C-X75 soltanto in termini di stile, come sovente accade con gli showcar. E’ altrettanto impossibile discutere di proporzioni, volumi e superfici senza comprendere quale sia la grande innovazione tecnica attorno a cui tali elementi giostrano. In breve, questa è l’epitome del design, cioè della fusione di stile e architettura; e come tale è stata accolta al salone di Parigi, additata come una delle novità più straordinarie. «La ricerca delle prestazioni attraverso l’innovazione – afferma Ralf Speth, amministratore delegato di Jaguar Land Rover – è sempre stata una caratteristica distintiva di Jaguar. Fin dalle origini automobili come la C-type e la D-type hanno aperto la strada all’alluminio, al design aerodinamico, alla monoscocca, ai freni a disco. Il concept C-X75 dimostra che l’azienda è ancora all’avanguardia nel campo del design e della tecnologia automobilistica». Cerchiamo, allora, di capirla.
Il concept C-X75 – la sigla riflette la celebrazione dei 75 anni della Jaguar – è un’auto venuta dal futuro. Quattro motori elettrici da quasi 195 cavalli, uno per ogni ruota ma montati inboard, danno una potenza totale di 778 cavalli. Con coppia e prestazioni, ovviamente, da incubo: i 100 orari si raggiungono in 3,4 secondi, le 100 miglia (160 chilometri) in 5,5, i 300 orari in 15,7, più o meno il tempo necessario a un’utilitaria media per raggiungere i 100. Un giocattolo fine a se stesso? «Per ora sì – ammette Callum –. Ma fare un concept è come gettare una pietra nello stagno. Fa le onde e bisogna vedere dove vanno a finire. L’auto ha suscitato molto interesse: da un punto di vista di puro business una vettura del genere è proponibile in piccolissima serie, diciamo 200 pezzi, magari con tecnologia un po’ più convenzionale. Ma questa è soprattutto una finestra sul futuro, oltre che un buon esercizio di design. Alcuni elementi di stile faranno parte delle prossime Jaguar sportive: soprattutto, però, la C-X75 ci ha fatto capire come saranno potenzialmente le sportive del futuro. Volevo anche dimostrare agli appassionati dell’auto che un’auto elettrica può non essere una trappolina, ma può essere molto sexy. La verità è che queste tecnologie ci daranno una maggiore libertà di design. Niente più detta la forma dell’auto, a differenza degli attuali condizionamenti dettati da un grosso motore e dalla scatola del cambio che separa i due passeggeri. Questa è un’auto senza motore».
Ecco allora C-X75, una supercar elettrica a due posti con grande autonomia che esplora i limiti estremi delle prestazioni e della sostenibilità. E’ tutto quello che una Jaguar dovrebbe essere, perché possiede equilibrio, grazia e potenza: «Il massimo – osserva Callum – che un concept possa offrire in termini di purezza artistica delle forme». Rifinita in metallizzato argenteo, con linee scolpite, gradevoli proporzioni e postura possente, prende in prestito molto più dell’aspetto semplicemente elegante dei classici stilemi del passato. Mostra piuttosto come sia possibile mantenere i valori essenziali del marchio, pur offrendo una mobilità con emissioni molto basse. «Volevamo dimostrare come si possa rimanere fedeli a linee classiche ma in modo moderno – spiega Callum -. Credo che oggi alcuni designer abbiano dimenticato che cosa sia la bellezza di una linea classica: ci sono troppe mode, troppi spigoli, troppa grafica».
Più corta, più sottile e più bassa delle attuali supercar, la C-X75 consiste in un affusolato abitacolo (ah, quel vetro posteriore in stile E-type…) circondato da passaruote prominenti, direi quasi scenografici. Le porte, incernierate anteriormente, si alzano esternamente e verso l’alto. I convenzionali specchietti retrovisori sono stati eliminati e sostituiti con telecamere alloggiate in un’aletta di coda. Le grandi ruote, 21 pollici davanti e 22 dietro, ospitano dischi freno sovradimensionati. L’aerodinamica (il Cx è di 0,32) è stata molto curata; l’adozione di un sottoscocca Venturi e il controllo direzionale dei gas di scarico generano considerevoli quantità di deportanza. Per il resto è il consueto lusso Jaguar, fatto in questo caso di pelle e di alluminio, ma con l’aggiunta – la C-X75 è uno showcar, dopotutto – di microfili elettroluminescenti e Led blu fosforo, di schermi touch, di una plancia in parte “galleggiante” (è lei che si muove, come la pedaliera, dal momento che i sedili sono fissi). «Le curvature lisce e fluide degli interni sono state ispirate dal movimento dell’aria verso le turbine», spiega Callum. Viene in mente che una volta, quando la Jaguar li montò per la prima volta, nessuno credeva molto nei freni a disco.