«Di fronte a un foglio bianco, un designer potrebbe sentirsi perso: sono i limiti che stimolano la creatività. Ecco perché un progetto che richiede di controllare attentamente i costi, come questo, diventa una sfida appassionante» racconta David Durand, direttore del design Dacia, commentando il rinnovamento dell’icona del marchio, che approderà in concessionaria a fine gennaio.
«Non è semplice intervenire su un’auto così apprezzata» incalza Marc Suss, a capo del programma Global Access di Renault, in cui rientrano le attività della Casa romena. «Chi la sceglie spesso persegue un vero e proprio stile di vita tendente a eliminare il superfluo. È una decisione da rispettare anche in sede progettuale». Non si tratta, dunque, di arricchire indiscriminatamente il prodotto attingendo alle ultime tecnologie, bensì di affinarne i contenuti solo ove necessario: «Sulla nuova Duster non sono presenti, per esempio, i fari a led – riprende Durand – perché li abbiamo ritenuti inutilmente costosi. In compenso, per gli interni abbiamo tenuto in grande considerazione le osservazioni dei clienti, nel complesso già molto contenti, organizzando diversi focus group fin dall’inizio. È così che abbiamo scoperto, per esempio, che lo schermo del navigatore era troppo basso. E viceversa, che le nostre tipiche bocchette d’areazione rotonde, economiche da produrre perché composte solo di due pezzi, funzionano benissimo».
Se in abitacolo ci si è concentrati soprattutto sulla qualità delle plastiche, sui portaoggetti e sul benessere generale (migliorando, fra l’altro, l’insonorizzazione, i sedili e l’ergonomia del posto guida), rivedere la carrozzeria ha richiesto maggior perizia, per fornire un’impressione di maturità senza tradire la semplicità d’impostazione. «Siamo partiti dalle proporzioni – continua ancora Durand – con importanti modifiche al montante anteriore e alla vetratura, ma senza eliminare gli elementi tipici della Duster precedente, come i passaruota squadrati, le superfici piene, alcune linee molto geometriche, il frontale dall’ampio contorno in lamiera piena intorno ai fari. Tutti elementi che contribuiscono a conferire un’aria robusta. A ciò si aggiungono alcune inedite nervature, come quella intorno alla terza luce laterale». Nel complesso emerge con chiarezza la volontà di conservare il feeling della generazione precedente. Non a caso.