«Con la Cadillac XT4 siamo riusciti a catturare lo spirito del nostro marchio in un corpo vettura davvero atletico e compatto», afferma soddisfatto Robin Krieg, lead exterior designer di una delle Case americane forse più cariche di storia stilistica, nell’immaginario di molti ancora portatrice degli iconici eccessi degli anni Cinquanta.
Con 4,59 metri di lunghezza, l’ultima nata si colloca in effetti in un ambito dimensionale curiosamente contenuto per i gusti statunitensi e più prossimo alle preferenze del Vecchio Continente, come accade, per esempio, per la Jeep Cherokee. I canoni formali restano però fedeli alle sorelle studiate per l’Oltreoceano, a partire dalla fanaleria anteriore impostata su un curiosa “appendice” oblunga che si sviluppa verso il basso. Anche sulla coda i gruppi ottici indulgono al family feeling, grazie a una decisa estensione verticale capace di evocare reminiscenze di pinne d’altri tempi, deviando poi in un segmento orizzontale che ne accresce la complessità. Il disegno della terza luce laterale, in perfetto dialogo con il taglio del montante C, completa infine un’impostazione generale decisamente rappresentativa dei contenuti Cadillac.
Nell’abitacolo, di stampo piuttosto classico, i materiali di pregio (come la pelle traforata disponibile per la selleria) si accostano a componenti tecnologici avanzati ma non appariscenti (fra cui lo schermo dell’infotainment da 8”). Sull’allestimento Launch Edition Sport, inoltre, sono previsti un volante specifico e la pedaliera in alluminio. Tanta estetica “made in USA” cela però un propulsore di paternità italiana: il 2.0 diesel da 174 cavalli progettato presso il General Motors Global Propulsion Systems di Torino.